- Categoria: Studi e articoli sulla disabilità
- Scritto da Massimo Mangani
Teorie e tecniche educative relative all'autismo infantile: una panoramica - Il Metodo TEACCH
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Il Metodo TEACCH
La sigla "TEACCH" sta a significare "Treatment and Educational of Autistic and releted Comunication Handicapped children" (trattamento ed educazione di bambini con autismo e con handicap nella comunicazione), è un programma di stampo comportamentale iniziato da Eric Schopler nel 1966 grazie al finanziamento del governo del North Carolina (USA).
Assieme ai suoi collaboratori, Schopler ha dimostrato come i soggetti autistici sviluppino un particolare stile cognitivo che rende difficile l'aggiunta di significato alla pura e semplice percezione.
I bambini normali nascono con la capacità biologica di aggiungere significato alla percezione, grazie alla stimolazione sociale.
Questo fa sì che istintivamente tendano a preferire "suoni" umani, arrivando ad analizzarli e capirli, fino a sviluppare la comunicazione.
Lo stesso vale per il comportamento che viene acquisito al fine di essere accettati socialmente.
I bambini autistici presenterebbero un deficit di questo "talento" e non sarebbero in grado di fornire risposte adeguate alle percezioni.
Il metodo TEACCH dovrebbe servire a porre un rimedio a questa carenza, utilizzando canali appropriati e interventi strutturati per raggiungere il risultato.
In particolare il metodo TEACCH è riconducibile ai seguenti principi:
- Conoscere l'autismo ed in particolare le aree di debolezza ed i punti di forza riscontrabili nei soggetti affetti da tale sindrome;
- Migliorare l'adattamento dell'individuo con autismo mediante l'incremento del livello di abilità e la modifica o la strutturazione dell'ambiente in funzione del deficit;
- Valutare il soggetto, le abilità acquisite, non acquisite ed emergenti al fine di individualizzare i programmi;
- Perseguire un insegnamento strutturato che faccia leva sui punti deboli del soggetto e valorizzi gli aspetti forti;
- Usare la comunicazione visuale o concreta piuttosto che quella verbale o astratta;
- Collaborare con i genitori e con tutte le strutture che si occupano dell'educazione del soggetto (scuola, palestra ctc…).
In particolare, la "strutturazione" del contesto educativo è fondamentale al fine di individualizzare l'intervento e renderlo gratificante; in questo modo si cerca di rendere comprensibile e prevedibile il contesto al soggetto, in modo che egli sviluppi forme di adattamento e autonomia.
Si tratta di sostituire l'"astratto" con il "concreto", nell'ottica di tornare gradualmente all'"astratto".
Le forme di comunicazione per esempio devono essere scelte a seconda del livello del soggetto e possono prevedere:
- Oggetti concreti
- Immagini (simboli pittografici, disegni, fotografie)
- Parola scritta
In un soggetto con scarsa capacità comunicativa si sceglierà un livello visivo, magari mediante oggetti concreti da associare all'immagine di una determinata attività.
In seguito è probabile che il soggetto acquisisca una forma di comunicazione superiore.
Anche l'ambiente fisico deve essere strutturato in modo da ridurre al minimo i segnali visivi e uditivi estranei alle attività di apprendimento, per aiutare il soggetto a concentrarsi.
Il luogo di apprendimento dovrebbe essere suddiviso in modo visivamente chiaro in aree e confini inerenti alle diverse attività da svolgere, in modo da permettere ai soggetti di identificare e memorizzare le attività che si realizzano in quel luogo e le relazioni che intercorrono tra le varie attività.
Fondamentale deve essere l'area di "transizione" dove esporre gli schemi della giornata che consistono in una specie di promemoria visivi che indicano le attività da svolgere e la loro sequenza nella giornata.
Il soggetto, una volta giunto nello spazio di lavoro, dovrà essere reso consapevole del compito che dovrà svolgere.
Tutto il materiale per il compito dovrà essere allineato in modo visivamente chiaro e coerente ed al termine del compito deve essere prevista una ricompensa (rinforzatore), da mostrare anch'essa all'inizio.
Per lo svolgimento del compito, deve essere prevista la possibilità di usufruire di riferimenti visivi sulle richieste dei compiti e sulle modalità di esecuzione.
Inizialmente l'educatore può aiutare il soggetto a svolgere il compito ma l'obiettivo deve essere quello di rendere il soggetto autonomo.
Oltre alla strutturazione, nel metodo TEACCH è previsto l'incremento delle abilità attraverso strategie tipiche dell'intervento comportamentale, le consegne dei compiti possono essere espresse, in ordine decrescente a seconda del maggiore o minore aiuto, mediante "manipolazione" con cui l'educatore guida fisicamente l'individuo, "assistenza diretta", "pantomima" e, nei soggetti ove ciò è possibile, "consegne verbali".
Per esemplificare quanto descritto fino ad ora, riporterò di seguito un intervento tratto dal volume di Schopler e collaboratori "Attività didattiche per autistici" (Schopler et al., 1983.):
RECUPERARE UN PREMIO SOTTO UNA TAZZA
Scopo: migliorare l’attenzione visiva
Obiettivo: girare una tazza per recuperare un premio alimentare
Materiali: tazza, piccoli premi alimentari (caramelle, noccioline, uvetta…)
Procedimento: sedetevi al tavolo di fronte a Nancy. Tenete in evidenza uno dei premi e fatelo passare più volte nel campo visivo della bambina.
Dite: "Guarda Nancy!" Accertatevi che stia guardando e mettete il premio sul tavolo di fronte a lei. Coprite lentamente il premio con la tazza. Prendetele la mano ed aiutatela a girare la tazza tutto d’un colpo. Dimostratevi entusiasti quando compare il premio e dite "Guarda Nancy!". Ripetete la procedura con un altro premio, ma questa volta limitatevi ad indicarle che deve girare la tazza autonomamente. Continuate l’attività finché la bambina non sia in grado di guardarvi la mano, notare dove viene messo il premio e girare la tazza autonomamente.
Questa attività ci mostra chiaramente come il metodo TEACCH tenda a rafforzare l’autonomia del soggetto tramite attività strettamente strutturate, e come il facilitatore tenda a scomparire gradualmente (fading).