- Categoria: Studi e articoli sulla disabilità
- Scritto da Massimo Mangani
Teorie e tecniche educative relative all'autismo infantile: una panoramica
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Questo lavoro vuole essere una panoramica di facile comprensione sulle principali teorie e tecniche educative riguardanti un tema assai complesso quale l'autismo infantile.
Credo che possa costituire un valido supporto a tutti coloro che operano nel campo educativo e dunque hanno necessità di tenere sempre aggiornate le basi metodologiche.
Introduzione
Generalmente quando si parla di "Autismo", si intende riferirsi all' "Autismo Primario Infantile" che secondo il DSM IV è classificabile sotto i "Disturbi Pervasivi dello Sviluppo" che comprendono anche l'Autismo Secondario, la Sindrome di Asperger, la Psicosi Simbiotica, la Schizofrenia Infantile, la Psicosi Maniaco Depressiva e la Sindrome di Rett.
Tutte queste patologie, seppur estremamente differenti fra loro, hanno in comune la peculiarità di generare una grave alterazione del legame affettivo con la realtà, con conseguente alterazione pervasiva dello sviluppo dell'individuo.
I principali criteri diagnostici dei Disturbi Pervasivi della Sviluppo (da ora D.P.d.S.) sono i seguenti:
- Alterazione e distorsione delle interazioni sociali
- Alterazione e compromissione della comunicazione e dell'attività immaginativa
- Marcata restrizione del repertorio di attività ed interessi
Come accennato, uno tra i più frequenti quadri clinici è l'Autismo Primario, individuato da Leo Kanner nel 1943.
Il termine Autismo era stato utilizzato già nel 1911 dallo psichiatra "Bleuler" per definire un particolare stato di auto isolamento rispetto alla realtà, riscontrabile nei pazienti adulti affetti da Schizofrenia.
Kanner si rese conto che alcuni bambini presentavano questa caratteristica ed approfondendo le proprie ricerche si accorse che i criteri diagnostici per definire l'Autismo Primario erano sempre gli stessi:
- Esordio entro il 1° anno di vita
- Incapacità di relazionarsi con gli altri (ALONENESS)
- Intolleranza ai cambiamenti e ripetizione ossessiva di movimenti (SAMENESS)
- Potenzialità intellettive conservate ed uso anomalo del linguaggio.
I bambini affetti da Autismo Primario infatti, appaiono apatici fino dai primi mesi di vita, sono indifferenti alle proposte relazionali della madre e non presentano coccolabilità, gesto indicativo, percezione della differenza fra figure accudenti ed estranee.
L'ambiente e gli oggetti vengono esplorati limitatamente ad una dimensione auto sensoriale e stereotipa ed ogni cambiamento, anche minimo può indurre violente crisi di panico.
Il linguaggio non sempre si struttura ed anche quando presente risulta ecolalico e non funzionale.
L'evoluzione può essere differente da individuo a individuo, alcuni infatti riescono a strutturare una vita autonoma mentre altri non presentano particolari miglioramenti ed in alcuni casi si accentuano i comportamenti aggressivo/oppositivi che rendono necessaria l'istituzionalizzazione.
Secondo il DSM IV la diagnosi differenziale va posta con:
- Strutturazioni psicopatologiche analoghe presenti in patologie organiche (fenilchetonuria non trattata, embriopatia rubeolica, sclerosi tuberosa)
- Sindrome di Rett
- Ritardo Mentale
- Sordità, cecità.
Per concludere questa breve introduzione, mi pare opportuno fare un accenno all'Autismo Secondario che presenta le stesse caratteristiche di quello Primario ma con la differenza che lo sviluppo del bambino risulta normale fino a 30-36 mesi, dopodiché si ha una regressione con comparsa di atteggiamenti autistici.