- Categoria: Studi e articoli sulla disabilità
- Scritto da Massimo Mangani
Teorie e tecniche educative relative all'autismo infantile: una panoramica - Metodologie ad indirizzo comportamentale
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Metodologie ad indirizzo comportamentale
I metodi di origine comportamentale si basano sull'osservazione diretta e rigorosa del comportamento del soggetto, cercando di arrivare ad una descrizione esaustiva in cui si specifica qual è l'azione che interessa, quando, dove e quante volte viene ripetuta.
Il comportamento deve essere scomposto in tante piccole unità osservabili in maniera da poterle misurare in termini "oggettivi", così che tutti gli operatori siano concordi sui comportamenti che il soggetto manifesta.
Secondo la teoria comportamentale, il ciclo dell'apprendimento si basa su 3 elementi:
STIMOLO; RISPOSTA; CONSEGUENZA.
Lo Stimolo è una situazione ambientale esterna in grado di determinare una Risposta, che a sua volta genera una Conseguenza, cioè una circostanza ambientale che funge da "Rinforzatore" aumentando la probabilità che quella determinata risposta venga nuovamente emessa o, in caso la Conseguenza sia negativa, che il processo di apprendimento venga bloccato.
Ecco due semplici esempi per chiarire questo concetto:
SITUAZIONE 1: Giulia è seduta al banco, davanti a sé ha una pallina da Ping Pong.
Giulia soffia sulla pallina che si muove, l'insegnante dice: "Brava Giulia, hai soffiato sulla pallina!" e le da un pezzo del suo dolce preferito.
SITUAZIONE 2: Bruno è seduto al banco, davanti a sé ha una pallina da Ping-Pong.
Bruno soffia sulla pallina che si muove, l'insegnante dice: "No Bruno! Non soffiare sulla pallina!" e si allontana da lui per 1 minuto.
Come possiamo intuire, mentre Giulia soffierà nuovamente sulla pallina poiché la conseguenza del gesto è stata positiva, Bruno non ripeterà l'azione.
In realtà è probabile che Bruno non ripeta l'azione a meno che l'allontanamento dell'insegnante non costituisca per lui un rinforzo positivo.
Infatti se a Bruno quell'insegnante non piace, ripeterà l'azione di soffiare sulla pallina per farlo allontanare nuovamente.
Il così detto "rinforzatore" può infatti costituire un'insidia se non usato correttamente.
Prendiamo ad esempio un terzo caso:
SITUAZIONE 3: Alessio tira un calcio ad un compagno, l'insegnante lo vede e gli dice: "Molto male Alessio, esci subito dall'aula per mezz'ora!"
Alessio esce e fuori dall'aula incontra un bidello con il quale inizia a parlare di calcio e per mezz'ora discute sui problemi della sua squadra preferita.
In questo caso è molto facile che una volta richiamato in classe, Alessio cerchi di far di tutto per poter tornare fuori.
Da questi esempi è possibile dedurre come la relazione educativa debba essere il più possibile positiva e ben accettata da entrambi i soggetti, e come il "setting" debba essere costantemente controllato dall'educatore, al fine di evitare che variabili impreviste (es. il bidello calciofilo) possano disturbare il lavoro educativo.
A proposito dei rinforzatori, è necessario sottolineare come il loro utilizzo sia estremamente complesso; non sono sufficienti infatti una caramella o un balocco al termine di un lavoro ben fatto, anzi questo tipo di rinforzatore (tangibile) può instaurare un rapporto "perverso" tra educatore e ragazzo, con quest'ultimo che svolge i compiti assegnati solo in funzione del premio, senza rendersi conto che il lavoro che svolge ha una sua utilità.
I rinforzatori possono essere inizialmente classificati in "Primari" e "Secondari":
I rinforzatori Primari soddisfano bisogni vitali e non vengono utilizzati poiché costituirebbero una grave forma di violenza psico-fisica fatta al soggetto (se non lavori non mangi etc…).
I rinforzatori "Secondari" possono essere divisi in "Tangibili" (giocattoli, dolci, caramelle…); "Simbolici" (soldi, voti…); "Dinamici" (possibilità di svolgere un gioco o un'attività piacevole); "Sociali" (rapporto con altri individui).
Un corretto uso dei rinforzatori dovrebbe partire da quelli tangibili per approdare gradualmente a quelli sociali.
Vale molto di più un BRAVO! Detto con sincerità da una figura adulta di riferimento che 10 caramelle.
Un'altra distinzione necessaria è quella fra rinforzatori "Estrinseci" ed "Intrinseci"; i primi sono comunque esterni alla relazione educativa, mentre con i rinforzatori Intrinseci la gratificazione è interna all'individuo che è consapevole di aver fatto bene e lo percepisce nel miglioramento della sua condizione.
In ultima analisi, i rinforzatori possono essere artificiali o naturali (dati dall'ambiente).
È possibile dunque affermare che la relazione educativa debba inizialmente prevedere rinforzatori "tangibili, estrinseci, artificiali" per passare molto gradualmente a quelli "sociali, intrinseci, naturali".
Tale passaggio non è semplice anche tenuto conto del fatto che se inizialmente i rinforzatori vengono forniti continuamente, la loro frequenza deve attenuarsi fino ad essere previsti "una tantum".
Un altro elemento fondamentale del metodo comportamentale è il "Modellaggio" (shaping), cioè il rinforzo esclusivo di quei comportamenti che si avvicinano di più all'obiettivo.
Tale metodo viene anche definito "per approssimazioni successive", in quanto il target viene raggiunto incanalando l'individuo verso la strada giusta.
Altre componenti sono la "Tecnica dell'aiuto" (Prompting) che consiste nell'introdurre stimoli di sostegno temporaneo e l'"attenuazione dell'aiuto" (Fading) ogni qualvolta l'individuo consolida l'obiettivo da raggiungere.
Per insegnare a leggere la A ad un bambino, posso inizialmente disegnarla a forma di "Ape", con tanto di antenne, ali, occhi e pungiglione.
Quando il bambino impara a leggerla correttamente, posso introdurre una A dotata di ali ed antenne, poi una soltanto con le ali, fino a presentargli la A normale.
Per concludere questa breve panoramica sul metodo comportamentale, è necessario puntualizzare come tutte queste strategie possano essere adottate soltanto dopo un'accurata "analisi del compito" (task analysis), cioè lo spezzettamento di un compito in unità sequenziali più semplici ed alla portata del soggetto, in modo da poter procedere per "steps" fino al raggiungimento dell'obiettivo.