- Categoria: Didattica
- Scritto da Antonio Conese
La genesi dei concetti matematici secondo Piaget (parte I) - Gli stadi dello sviluppo
Article Index
1 – L'intelligenza sensorio-motrice
Gli schemi senso-motori, totalità organizzate della intelligenza pre-simbolica, incorporano gli schemi percettivi e quelli dell'azione propria dell'abitudine, caratterizzati dall'irreversibilità e dalla mancanza di associatività.
"Una abitudine motrice è a senso unico; imparare ad effettuare gli stessi movimenti nel senso opposto equivale a formare una nuova abitudine. Una percezione è irreversibile giacché l'apparizione di un nuovo elemento obiettivo nel campo delle percezioni provoca uno spostamento di equilibrio ed anche se si ristabilisce obiettivamente la situazione primitiva gli stadi intermediari provocano nondimeno delle modificazioni nella percezione ... Sia la percezione che la motricità compiono solo itinerari unici poiché l'abitudine è stereotipata e perché nella percezione due itinerari distinti conducono a due diversi risultati" (15).
Non è detto che l'intelligenza sensorio-motrice non sia in grado di compiere delle deviazioni, anzi tale capacità si accentua via via che aumenta la mobilità e l'attività del pensiero, ma solo quando si costituisce un sistema di equilibrio permanente è garantita l'invarianza del risultato nonostante le deviazione e i percorsi diversi compiuti.
In questa fase dello sviluppo, che dura all'incirca sino ai diciotto mesi, i riflessi ereditati con la nascita vengono gradualmente modificati dall'esperienza divenendo parte di più complessi modelli di comportamento.
Il soggetto diventa consapevole del rapporto fine-mezzo nel manipolare gli oggetti; si rende conto che gli oggetti esistono anche quando egli non li percepisce e perviene a realizzare, nel caso privilegiato dello spazio, la struttura equilibrata del "gruppo degli spostamenti", anche se in forma pratica ed empirica e limitatamente al piano ristretto dello spazio prossimo; infine diviene capace di rappresentarsi un'azione prima di eseguirla fisicamente.
Quest'ultimo momento segna il passaggio alla successiva fase di sviluppo, la fase preoperatoria, nella quale all'attività senso-motoria si accompagna l'attività mentale basata, appunto, sulla rappresentazione mentale degli oggetti e sulle anticipazioni mentali delle operazioni da compiere: "in una parola – scrive Piaget – la coordinazione delle azioni del soggetto, inseparabile dalle coordinazioni spazio-temporali e causali che egli attribuisce al reale, è contemporaneamente l'origine sia delle differenziazioni tra il soggetto e gli oggetti, sia della decentrazione sul piano degli atti materiali che renderà possibile, col concorso della funzione semiotica, l'avvento della rappresentazione e del pensiero" (16).
2 – Lo stadio dell'intelligenza pre-operatoria
Lo stadio dell'intelligenza pre-operatoria, che si prolunga sino ai sei-sette anni di età, è comunque caratterizzato ancora dall'assenza delle operazioni intellettuali così come le intende Piaget; il ragionamento è di tipo prelogico, regolato da un sistema di regole intuitive, senza strutture gerarchiche, senza conservazione di totalità e rigore nelle inferenze possibili: "al livello intuitivo ... non vi sono vere e proprie classi e relazioni ma, rispettivamente, collezioni spaziali e rapporti spazio-temporali di carattere pre-operatorio" (17).
Il pensiero, in questa fase, è dominato dagli aspetti percettivi delle situazioni.
Nell'esaminare una situazione che coinvolge contemporaneamente fattori diversi, il fanciullo tende a fissare la sua attenzione su un fattore escludendo gli altri.
Esaminando un cambiamento da uno stato a un altro, egli fissa l'attenzione sulle condizioni iniziali e finali, mentre ignora l'azione che ha prodotto la trasformazione. Di conseguenza, non si rende conto che quando due cambiamenti avvengono simultaneamente, l'uno può compensare l'altro.
Se ad esempio ad una palla di argilla viene data la forma di salciccia, la sua lunghezza aumenta, ma la larghezza diminuisce.
Il fanciullo in fase preoperatoria non si rende conto del fatto che il numero cardinale di un insieme resta immutato, anche se si cambia l'ordine degli elementi.
In definitiva: poiché il suo pensiero è dominato – come abbiamo già detto – dalla percezione del momento, egli tende a stabilire rapporti tra le cose con casuali accostamenti piuttosto che con l'esame di qualsiasi relazione di causa ed effetto o di implicazione logica.
Da ciò consegue – ed è importante sottolinearlo – una scarsa comprensione del rapporto fra parte e tutto, fra elemento e insieme, fra sottoinsieme e insieme, e questo perché "per mancanza di reversibilità e di strumenti elementari di quantificazione, non vi sono ancora conservazione di insiemi o di quantità di materia etc." (18).