- Categoria: Difficoltà di apprendimento
- Scritto da Alessio Damora
RAL: riabilitare la dislessia lettera per lettera
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Nel 1892, Déjerine descrisse un paziente, Monsieur C., che presentava un quadro clinico sbalorditivo. Mostrava una completa incapacità a leggere le parole e le note musicali, era in grado di identificare le lettere, di copiarle sul palmo della mano e con qualche difficoltà anche su carta; non presentava difficoltà nell’identificazione di numeri ed era in grado di svolgere calcoli aritmetici anche complessi.
Monsieur C. poteva scrivere interi paragrafi sotto dettatura, o anche a memoria, ma non poteva leggere ciò che aveva scritto poco prima.
Senza dubbio presentava una strana forma di disturbo del linguaggio, ma, come definirla e, anzitutto, come poterlo aiutare?
Attualmente, molte persone mostrano disturbi di questo tipo, tuttavia si tratta di disturbi ancora poco conosciuti sui quali vi è uno scarso consenso in merito ai criteri di definizione, di diagnosi e soprattutto in merito alle modalità e procedure più adeguate alla riabilitazione.
Come avviene la lettura?
Per quanto la lettura possa sembrare un processo semplice ed automatico, dalla letteratura sull’argomento si evince che la sua spiegazione è piuttosto complessa.
Il modello che ha riscosso maggior successo e che più di altri ha influenzato l’interpretazione dei disturbi è stato quello a doppia via (1).
Fig. 1. Modello di lettura a due vie di Coltheart
Questo approccio prevede l’esistenza di due meccanismi separati implicati nell’elaborazione di stringhe di lettere: una procedura fonologica, in cui la lettura avverrebbe tramite una conversione grafema-fonema; e una procedura lessicale o ortografica, che richiederebbe la capacità di percepire la parola come un elemento già appreso e quindi di attribuirgli le varie caratteristiche fonologiche e semantiche (cfr.1).
Chi è il dislessico?
Il termine dislessia fa riferimento ad una difficoltà a leggere in modo corretto e fluente. Nel parlare di questo disturbo è importante tener distinte le dislessie evolutive da quelle acquisite: le dislessie evolutive si riferiscono ad un disordine nell’acquisizione della lettura in età evolutiva, che non è causato né da deficit di intelligenza, né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali o neurologici; mentre le dislessie acquisite si riferiscono ad un’incapacità di leggere, conseguente ad un danno cerebrale focale, più frequentemente dell’emisfero sinistro, o diffuso, in persone che prima dell’evento morboso presentavano una normale capacità di lettura.
Alcuni autori cercarono di classificare e di dare un nome alle varie forme di dislessie che venivano clinicamente riscontrate (2). Essi distinsero le dislessie periferiche, che riguardano la forma visiva della parola, dalle dislessie centrali, che riguardano l’elaborazione del suono e del significato delle parole.