Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 4 - Aprile 2025

  • Categoria: Scuola e dintorni

I processi di decision-making nella professionalità docente

insegnanteLa professionalità docente è caratterizzata da una serie di variabili estremamente importanti, fra queste un posto di rilievo lo occupano le decisioni che ogni insegnante adotta relativamente al proprio lavoro in classe. Questi processi decisionali possono riguardare diversi ambiti: infatti, il docente, tenendo conto delle indicazioni ministeriali, deve scegliere che cosa proporre ai propri allievi, in che maniera proporlo e come accertarsi che quello che è stato presentato sia stato recepito. In altri termini, il docente, fra le varie funzioni, ha quella manageriale, ovvero nella propria classe deve prendere continue decisioni finalizzate principalmente all’incremento dei processi di apprendimento. In ragione di ciò, molte di queste scelte sono elaborate dall’insegnante dopo aver fatto un’attenta analisi dei bisogni educativi dei propri studenti.

Lo spirito che anima il processo di decision - making dell’insegnante, oltre che finalizzato all’implementazione dell’apprendimento, è quello di rendere il contesto classe un luogo ottimale, che possa agevolare il proficuo interesse dei fruitori. Affinché questo possa avvenire, le scelte che ogni insegnante fa sono legate ai seguenti obiettivi e poli procedurali, ovvero:

  • coniugare i saperi teorici con la praticità, in modo tale che la teoria possa divenire contenuto di compiti di realtà;
  • trasformare il sapere in un sapere insegnato, ossia un sapere contestualizzato provvisto di obiettivi di apprendimento e contenuti;
  • interessare i propri allievi con argomenti che elicitino la curiosità intellettuale. l’amore per la scoperta e le sfide cognitive;
  • predisporre un ambiente di apprendimento che favorisca la nascita di emozioni positive.

Inoltre, molte delle decisioni che un insegnante prende quotidianamente sono influenzate dal contesto in cui opera e dai paradigmi culturali vigenti in quella scuola; dalle sue credenze e i suoi valori, che costituiscono la sua mappa cognitiva professionale. Riguardo al primo aspetto, esistono quattro tipi di contesti scolastici, caratterizzati ognuno da paradigmi culturali differenti, che orientano le decisioni che i docenti adottano. In sostanza, esistono scuole tradizionali, scuole del benessere, scuole del far crescere e scuole della sopravvivenza.

Nelle scuole animate da una cultura tradizionale, ossia scuole caratterizzate da una bassa coesione fra il personale, da un controllo elevato da parte del capo d’istituto e da rapporti formali fra i docenti, l’obiettivo principale che gli insegnanti si pongono è rappresentato dal far giungere i propri allievi a buoni risultati di apprendimento e tutte le decisioni che sono prese sono sintoniche con il raggiungimento di questo scopo.

Nelle scuole del benessere, contraddistinte da un’alta coesione fra il personale, scarso controllo da parte del dirigente scolastico e rapporti amicali fra i docenti, la finalità che muove il lavoro degli insegnanti è rappresentato dal creare un ambiente di apprendimento che faccia stare bene i propri allievi e tutti i provvedimenti adottati sono orientate a creare questo stato di benessere.

Nelle scuole del far crescere, contrassegnate prevalentemente da rapporti competitivi fra i docenti, lo scopo è rappresentato dall’incremento e dalla diversificazione dell’offerta formativa, per cui le decisioni che gli insegnanti adottano sono finalizzate all’ampliamento dei contenuti proposti.

Nella scuola della sopravvivenza, la cui peculiarità è l’ordinaria e quotidiana sopravvivenza finalizzata ad evitare di affrontare i problemi che via via si presentano, le decisioni degli insegnanti sono orientate a creare il meno possibile delle criticità.

Come anticipato, molte decisioni prese dagli insegnanti sono un riverbero della loro mappa cognitiva professionale, che è fatta prevalentemente della loro identità professionale, ovvero del che cosa significa essere insegnanti nella società odierna, del valore che essi danno all’impegno e allo sforzo e dall’alunno ideale a cui si ispirano.

Molte delle decisioni che un insegnante prende relativamente al che cosa e al come insegnare dipendono, come è stato illustrato, dall’analisi dei bisogni educativi dei propri studenti e da quelle che sono le loro conoscenze. Affinché questa operazione sia il più proficua possibile, l’insegnante deve possedere una serie di strumenti di assessment che possano agevolare tali conoscenze. Da questo punto di vista, la formazione che gli insegnanti ricevono è carente.

Alcune delle decisioni che un insegnante deve prendere riguardano la valutazione degli apprendimenti degli alunni. Queste scelte hanno un archetipo di fondo che è rappresentato dalla conoscenza degli strumenti docimologici che si possono utilizzare per la valutazione. Solitamente la valutazione che un insegnante compie è finalizzata a saggiare le conoscenze dichiarative, ossia il possesso dei contenuti (il sapere), le conoscenze procedurali, cioè il possesso di procedure (il saper fare), e le conoscenze immaginative, ovvero il saper usare il linguaggio (il saper dire). In base a quale aspetto valutativo voglia privilegiare, l’insegnante decide quali strumenti utilizzare per la verifica - valutazione dell’apprendimento. In aggiunta, quotidianamente l’insegnante deve decidere che cosa premiare e che cosa punire nel comportamento dei propri allievi, ovvero quali condotte dei propri alunni deve implementare e quali, invece, far decrescere.

In conclusione, il lavoro dell’insegnante è caratterizzato da una serie di responsabilità, sovente scarsamente riconosciute. Molte di queste sono legate al polo decisionale, ovvero al processo di decision - making. In sostanza, il docente deve compiere quotidianamente delle scelte importanti sui contenuti da proporre, in base alle conoscenze e agli interessi degli alunni e in virtù delle indicazioni ministeriali, sul come esporli, su quali strumenti utilizzare per l’assessment pedagogico - didattico, su quali modalità utilizzare per la valutazione degli alunni e come incentivare i comportamenti positivi e scoraggiare quelli disfunzionali.


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