Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

  • Categoria: Didattica

Per un uso didattico consapevole dell’ipertestualità - I come e i perché dell'elaborazione di un ipertesto in classe

 

I come e i perché dell'elaborazione di un ipertesto in classe

Una delle principali ragioni che rendono utile l'elaborazione di un ipertesto è che esso è sostanzialmente una mappa concettuale che viene costruita dal gruppo classe intorno ad uno spunto, un nodo centrale, scelto dall'insegnante e dagli studenti insieme, a partire da un argomento affrontato, da un brano letto, dalla visione di un film, o quant'altro.

Come è noto la mappa concettuale è un sistema di rappresentazione della conoscenza ed è la visualizzazione grafica della mappa cognitiva di un soggetto.
Come numerosi studi hanno dimostrato, l'uso delle mappe concettuali è estremamente efficace per promuovere nei soggetti l'apprendimento significativo dei concetti, il quale, a differenza dell'apprendimento meccanico, soggetto a rapida obsolescenza, si inscrive stabilmente nella struttura cognitiva del soggetto che apprende e diviene parte di quel patrimonio di apprendimenti e di conoscenze fondamentale per consentire l'aggancio di nuovi e più complessi apprendimenti (11).
Nel favorire l'organizzazione relazionale dei concetti esse contribuiscono a migliorare e a rendere più efficace il metodo di studio e favoriscono l'acquisizione di competenze metacognitive.

Le mappe concettuali costituiscono anche un importante prodotto degli studenti che consente al docente di visualizzare la loro struttura cognitiva e di comprendere il formarsi di misconoscenze.
Si comprende facilmente come la mappa concettuale che sta alla base dell'ipertesto o anche le mappe concettuali che vengono sviluppate in nel corso della sua progettazione, essendo frutto del lavoro di gruppo, divengono mappe comuni e condivise dai gruppi e dal gruppo classe e pertanto rappresentano il percorso di conoscenza e di approfondimento cui gli studenti sono giunti a seguito di un processo di negoziazione e di costruzione di significati.
Dunque molto di più di uno strumento accattivante per comunicare informazioni!

Nel lavoro di elaborazione dell'ipertesto, molto più del prodotto finito e delle sue raffinatezze grafiche, acquisisce importanza chiave l'intero processo attraverso il quale i gruppi di studenti prima, il gruppo classe poi, giungono alla costruzione dell'elaborato.
Ciò chiama in causa anche problemi di valutazione per il docente.
Per questo occorre fare in modo che gli studenti utilizzino strumenti di documentazione relativa al processo seguito; questa pratica ha anche il vantaggio di favorire l'autovalutazione: i dossier individuali e collettivi che contengono i diari di bordo, aggiornati di continuo, le riflessioni individuali e collettive, le mappe concettuali costruite in itinere, tutto ciò diviene materiale prezioso per l'insegnante, ai fini della valutazione, e per il gruppo, come strumento efficace di autovalutazione.
In tal modo il gruppo di lavoro si trasforma in una vera e propria comunità di apprendimento in cui si innescano processi apprenditivi di tipo:

  • attivo, perché consapevoli e responsabili;
  • costruttivo, perché il soggetto può continuamente ristrutturare le conoscenze precedenti alla luce delle nuove acquisizioni;
  • collaborativo, perché il soggetto lavora in una comunità, è sorretto dallo scaffolding offerto da ciascun membro del gruppo e beneficia degli effetti di conflitto cognitivo che sorgono dalla diversità di vedute e di punti di vista emergenti dall'interazione fra i membri
  • intenzionale, perché il soggetto è coinvolto fattivamente nel conseguimento di obiettivi conosciuti e condivisi;
  • conversazionale, perché nella comunità di apprendimento la dimensione dialogica è emergente;
  • contestualizzato, perché i compiti assumono significatività nel mondo reale;
  • riflessivo, perché il soggetto riflette sui processi e sulle decisioni.

apprendimento

Perché l'attività di costruzione dell'ipertesto possa realmente possedere le caratteristiche menzionate, è indispensabile che l'articolazione del lavoro segua alcune fasi distinte, individuabili in:

  • Fase Preliminare
  • Fase Propositiva o Elaborativa
  • Fase Organizzativa

Nella Fase preliminare sono coinvolti sia i docenti che compongono il gruppo di progetto , sia gli studenti; in essa si individuano i punti più significativi dell'intero percorso, dalla scelta del titolo e dell'argomento, che deve essere significativo per lo studente e per il lettore, funzionale alla realizzazione dello scopo, alla scelta del tipo di testo da realizzare in relazione agli obiettivi formativi che si vogliono raggiungere, fino alla definizione degli obiettivi specifici della scrittura intesi come scopi per i quali si costruisce un lavoro:

freccia

Si passerà poi alla costruzione della mappa concettuale, alla conseguente scelta della struttura del testo e della sua grammatica, nonché alla scelta dell’ambiente di sviluppo.

Infine sarà cura dei docenti la formazione dei gruppi di lavoro tenendo conto delle preferenze, delle conoscenze, ma soprattutto delle abilità degli studenti, facendo in modo che esse si distribuiscano equilibratamente nei singoli gruppi in modo tale da favorire lo sviluppo di processi di apprendimento collaborativo.

Verranno poi comunicati agli studenti gli indicatori fissati dal gruppo di progetto per la valutazione del processo e del prodotto multimediale.

Il compito dei docenti in questa fase sarà di:

  • assegnare i ruoli all’interno dei gruppi
  • organizzare risorse e spazi di lavoro
  • esplicitare con chiarezza obiettivi e comportamenti da tenere nell’ambito dei gruppi
  • monitorare con cura il lavoro dei gruppi, intervenendo se necessario per correggere o indirizzare.

E’ opportuno che fra gli obiettivi da raggiungere siano annoverati:

  • saper utilizzare gli strumenti di ricerca e reperire informazioni da librerie ed Internet
  • saper mettere a punto idee e dati
  • saper organizzare e pianificare i contenuti
  • saper relazionarsi con il gruppo
  • saper collaborare con il gruppo

Nella Fase Elaborativa si predispone la documentazione che consente di realizzare una bozza dell’ipermedia

Si passa successivamente alla stesura dello storyboard, mediante la sistemazione del materiale reperito nei singoli nodi dell’ipertesto.
Nello storyboard dovrebbe essere costruito, per ogni pagina dell’ipermedia, lo schema del testo, delle immagini, i bottoni e le parole calde per i collegamenti. La forma ideale dello schema generale dell’ipertesto è quella di un grande cartellone cartaceo.
La realizzazione delle schermate, intese come spazio di ampiezza indefinita in cui sono presenti testi, immagini, video, suoni, oggetti utili alla navigazione (collegamento alla grammatica dell’ipertesto ), infine consente di vedere come si sta sviluppando il lavoro e, qualora se ne ravveda la necessità, di effettuare ritocchi.
Come si è già detto, è indispensabile che i gruppi aggiornino sistematicamente dei report sull’attività svolta.

La Fase Organizzativa è quella in cui l’ipertesto viene di fatto realizzato. Anche in questo momento dell’attività è importante che gli studenti siano stati messi al corrente dei piccoli trucchi che consentono di costruire un ipertesto accattivante, ma al tempo stesso di agile fruibilità, avendo cura di non disorientare il navigatore, mettendolo sempre in grado di ritrovare la propria posizione nello spazio ipertestuale e di usare collegamenti coerenti e significativi.
Al termine della realizzazione è poi buona norma riflettere e discutere con i docenti del gruppo di progetto sull’intera esperienza, facendo emergere soprattutto i punti deboli del processo, il tutto dopo aver somministrato possibilmente questionari individuali con lo scopo di stimolare la riflessione sui percorsi dei singoli.
I docenti valuteranno secondo i parametri stabiliti nella fase iniziale l’attività dei gruppi, i processi e il prodotto finale. Si sottolinea che il tipo di valutazione chiamato in causa è prevalentemente formativo.

 

 


Note

 

1. F. FRABBONI, Manuale di didattica generale, Torino, Laterza, 1998.

2. Su questo tema si vedano i contributi di R. MARAGLIANO in http://LTAonline.educ.uniroma3.it, e le ricerche della Scuola di Toronto. Utile, ma in via di pubblicazione, anche: R: MARAGLIANO, I molti media e le molteplici forme del sapere, su "Studium Educationis".

3. R. MARAGLIANO, Sistema dei media e identità in movimento della scuola, Atti del Convegno "Idee di Scuola", Adro, 7 Settembre 2002.

4. Un ambiente di apprendimento si qualifica poi come tecnologico quando annovera fra i suoi strumenti le banche di informazioni (libri, dizionari, Cd-rom, ISBN, BDP, ERIC) i blocchi per la raccolta dati (DBMS), i software di simulazione (3D, VR), i set di costruzione come i programmi di authoring ipermediale, i Task managers ( registri, prove oggettive, schede di valutazione, mediante supporti software di tipo word processing, DBMS, spreadsheet), i prodotti per l'esplorazione-ricerca ipermediale in rete, gli strumenti telematici per la comunicazione e la formazione in rete (BBS, forum, CSCL)

5. Anche il libro offre spazi e percorsi aperti, perché esso non è mai isolato, bensì sempre inserito in un insieme (sistemico) nel quale trovano posto altri libri o altri oggetti figurativi tradizionali, (allo stato attuale anche musicali), legati al primo da un sistema di note e rimandi che ne fanno il nodo di un reticolo. All'interno del libro le note potrebbero essere considerate link ipertestuali che permettono collegamenti con altri libri, frasi, ma in realtà tali legami, sono fortemente vincolati dalla e alla struttura sequenziale del testo, che inevitabilmente obbliga il lettore a seguire il percorso individuato e tracciato dall'autore del libro.

6. Un idea di sicuro successo è quella di riproporre l'anno successivo agli alunni un ipertesto che essi stessi hanno realizzato, per integrarlo ed approfondirlo, o ancora proporre ad una classe un ipertesto realizzato da un'altra, per far sì che essi intervengano attivamente a personalizzare o approfondire le conoscenze e le loro connessioni organizzate da coetanei.

7. U. MARGIOTTA, Multimedialità e offerta formativa, in..

8. R. MARAGLIANO, Nuovo Manuale di Didattica Multimediale, Roma-Bari, 1998, H. GARDNER, Educare al comprendere, Milano, 1999.

9. R. MARAGLIANO, Esseri multimediali, Firenze, 1996

10. Si auspica oggi che tale squilibrio formativo possa essere ridotto in virtù del dettato della Circolare Ministeriale n.55/2002 la quale prevede anche nell'azione relativa alla formazione di base generalizzata, la presenza obbligatoria di almeno tre moduli relativi all'uso delle ICT nella didattica.


Autore: Alessandra Rucci. Laureata in Lettere Moderne e in Scienze dell'Educazione, è Docente Ordinario di Materie Letterarie e Latino e Supervisore del Tirocinio presso la Scuola Interuniversitaria di Specializzazione all'Insegnamento Secondario di Macerata.

 


copyright © Educare.it - Anno II, Numero 11, Ottobre 2002