- Categoria: Didattica
- Visite: 15662
L'educazione scientifica nella scuola dell'infanzia
Article Index
I fanciulli non dovrebbero venir educati conformemente allo stato presente della specie umana, ma per uno stato migliore possibile nell’avvenire secondo l’idea dell’umanità e della sua destinazione (Kant, La pedagogia).
Uno degli elementi più importanti della civiltà occidentale è la cosiddetta tradizione razionalistica ereditata dai greci: è la tradizione della discussione critica non fine a se stessa ma volta alla ricerca della verità.
In questo ambito la scienza assume un ruolo fondamentale per la sua capacità di liberare la nostra mente dalle antiche credenze, dai pregiudizi, dalle certezze immutabili, offrendoci nuove ipotesi.
La scienza dovrebbe essere apprezzata per la sua influenza liberatrice, come una delle maggiori forze che operano in favore della libertà umana, che sottraggono l’uomo al pregiudizio ed alla dipendenza cognitiva. Attraverso il metodo che le è proprio, la scienza procede incessantemente per raggiungere una conoscenza della realtà più oggettiva, affidabile e condivisibile.
Nella scuola dell’infanzia, lavorare sul pensiero scientifico significa partire dal presupposto che le caratteristiche di tale metodo (ciclo conoscitivo-induttivo, ipotetico-deduttivo, trasversalità, creatività, curiosità, problematizzazione, senso critico) non è esclusivo di alcune aree disciplinari. Spesso l’insegnamento scientifico, anche nella scuola di base, è impostato in modo opposto, in consonanza con una concezione dogmatica della scienza e preoccupata di impartire la conoscenza enciclopedica delle verità scientifiche.
Ciò che qui preme evidenziare è l'opportunità di sviluppare fin dalla prima parte dell'esistenza un atteggiamento scientifico, inteso come modo di vivere e conoscere la realtà: l’educazione scientifica dovrebbe fornire supporto al bambino nella conquista dell’autonomia, nella costruzione ed nell’esplorazione del reale, in cui è egli stesso a farsi protagonista del proprio percorso di apprendimento, pronto ad elaborare, riflettere, ipotizzare interrogarsi e interrogare se stesso e gli altri. A tal scopo sono necessari itinerari didattici che diano spazio alla curiosità e creatività, che stimolino il ragionamento, che non deprimano l’intuizione, che offrano spazio ad un "lavoro sperimentale" in cui viene valorizzata la progettualità individuale e di gruppo in un clima positivo di esplorazione e ricerca. Riflettere insieme ed autonomamente sui fenomeni naturali, favorisce, oltre alla conoscenza, la formazione di soggetti in relazione con il proprio ambiente e sensibili ai cambiamenti: osservare un insetto, andare a caccia di lombrichi; porsi domande cercando di immaginare come si era da piccoli, prima di nascere; vedere cadere le foglie di un albero per poi osservarne la fioritura; accorgersi che lo stesso animale che prima era un gerino ora è una ranocchia; relazionarsi con il l’ambiente e imparare a viverci, interrogarsi sulla Luna e il Sole e le loro fasi … sono tante le occasioni per sostenere la “curiosità scientifica” dei bambini. È quindi fondamentale che il bambino possa fare il più a lungo possibile e liberamente il maggior numero di esperienze che gli permettono di osservare, sperimentare, interrogarsi, manipolare vari tipi di materiali, sia individualmente e in piccoli gruppi.