- Categoria: Didattica
- Scritto da Roberto Franco
Il Learning Object come strategia didattica delle Scienze della Terra
L’articolo fornisce una approfondita dissertazione sugli oggetti di apprendimento (LO) che le moderne tecnologie rendono disponibili per una didattica sempre più centrata sull’allievo. I LO vengono analizzati sul piano contettuale, pedagogico e didattico. In conclusione, l’autore presenta un’esperienza didattica condotta in prima persona con l’impiego di LO.
Introduzione
Negli ultimi decenni la scuola e, conseguentemente, la vita scolastica sono cambiate radicalmente. Basti solamente pensare ai processi di globalizzazione e ai crescenti flussi migratori che determinano una popolazione scolastica eterogenea, portatrice di culture e valori plurimi. Questa diversità può essere declinata, anche, secondo altri parametri come l’età, il sesso, la provenienza socio-culturale, la personalità, le attitudini, le “intelligenze”, gli stili di apprendimento, le motivazioni, le convinzioni, gli atteggiamenti.
Da questo spaccato parte l’esperienza quotidiana di ogni insegnante: percepire la sensazione delle difficoltà di gestire l’eterogeneità, ossia la presenza di differenze individuali all’interno del gruppo classe. “Io sono uno, e loro sono trenta”, è un’affermazione ricorrente durante dibattiti, lavori di gruppo, seminari di aggiornamento tra insegnanti. Dietro questa constatazione, banale quanto significativa, si percepiscono spesso la preoccupazione, il disagio, l’insoddisfazione derivanti da uno dei dilemmi forse più acuti che un insegnante può vivere, pari forse soltanto a quello, altrettanto “sofferto”, relativo alla educazione/formazione degli alunni. Il dilemma si riassume nel desiderio, da parte dei docenti, di “personalizzare” quanto più l’insegnamento, anche dinanzi alle esigue risorse personali e istituzionali disponibili.
Le metodologie didattiche più innovative sottolineano la centralità dell’apprendimento personale e dell’aiuto reciproco per valorizzare le competenze di ciascuno, grazie anche alle innovazioni tecnologiche che hanno consentito lo sviluppo di strumenti e strategie del tutto inedite e, con esse, la predisposizione di nuovi ambienti di apprendimento, plurali e flessibili.
La scuola è chiamata a interpretare tutto ciò, a diventare laboratorio di formazione, contesto in cui più che trasmettere conoscenze si crei supporto verso la formazione di una cittadinanza attiva. Al centro di essa non c’è più l’insegnamento ma l’apprendimento, non più le conoscenze, il sapere, ma il “saper fare” che renda capaci di comprendere i costanti cambiamenti e di muoversi agevolmente in essi.
Il lavoro del docente è perciò cambiato: da esperto che elargisce conoscenze è diventato guida, facilitatore, supporto per un apprendimento autonomo, nella costruzione attiva della conoscenza da parte degli allievi. In che modo? Costruendo attorno a chi apprende delle “impalcature” (scaffolding), dei supporti a cui il discente potrà attingere secondo le sue necessità. Non solo: l’attenzione si è sempre più concentrata sulla diversità umana, sui bisogni formativi di ciascuno, sui personali stili di apprendimento e di pensiero. La scuola deve perciò divenire flessibile, comprendere, valorizzare e adeguarsi alle differenze. Solo rispondendo adeguatamente ai diversi bisogni essa può diventare davvero inclusiva e le tante buone intenzioni possono concretamente divenire buone prassi, in termini di “individualizzazione” e “personalizzazione”.
L’obiettivo principale è quello di creare una scuola per tutti e per ciascuno. Al centro dell’azione didattica non c’è più il lavoro del docente ma quello degli allievi. Ben vengano dunque le attività diversificate, i laboratori didattici, gli ambienti di apprendimento costruiti con il supporto delle tecnologie informatiche, i prodotti didattici audiovisivi, multimediali, interattivi, ricchi di possibilità di accesso.
L’e-learning è - con le parole della Commissione Europea - “l’istruzione di domani”. È il nuovo modo di studiare reso possibile dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I learning objects (LO) sono attualmente al centro dell’attenzione nel mondo dell’e-learning proprio perché sembrano dare una risposta a esigenze molto sentite nella formazione aziendale, nell’aggiornamento professionale e, soprattutto, nella didattica tradizionale.
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DOI: 10.4440/201603/franco
Autore: Roberto Franco, laureato in Scienze Geologiche, esperto in Sistemazione bacini montani e difesa del suolo. Socio della Società Italiana di Geologia Ambientale. Docente di Scuola Superiore di Secondo grado, ha pubblicato diversi contributi scientifici su riviste nazionali ed internazionali, oltre al libro: Alburchia, la montagna incantata. Un contributo della Geoarcheologia alla conoscenza, tutela e valorizzazione di un sito della Sicilia centro-settentrionale.
copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 3, marzo 2016