- Categoria: Scuola e dintorni
- Scritto da Alessandro Montagna
Transazione e intersoggettività tra Dewey, Shön e Bruner
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Nella riflessione pedagogica del Novecento ricorre ampiamente il tema della relazione insegnante-alunno. In questo articolo si ripercorre il “filo rosso” che accomuna il pensiero di Dewey, Shön e Bruner a sostegno di una didattica non direttiva ma piuttosto partecipativa e centrata sui discenti.
La teoria deweyiana si oppone a quella tradizionale incentrata sull’insegnamento come semplice trasmissione delle conoscenze dal docente allo studente, il primo ritenuto in possesso dello scibile da insegnare, il secondo considerato come passivo e del tutto ignorante. Nella nuova ottica, invece, l’insegnante è impegnato in un’opera di transazione con l’allievo analoga alla compravendita dei beni; secondo Dewey (1859-1952) il processo dialettico tra venditore e compratore ricorda quello che intercorre tra l’insegnare e l’imparare. Colui che impara, così responsabilizzato, ha tutto lo stimolo ad impegnarsi ad adempiere al suo compito.
Il maestro è chiamato a conoscere i desideri dei suoi scolari per suscitare in loro la curiosità che li motiva ad imparare; egli è come una guida, un direttore o un guidatore del “battello del sapere”, la cui energia propulsiva è mossa proprio dall’interesse.
L’importanza della transazione tra docenti ed alunni viene confermata da Donald Alan Shön (1931-1997) nella sua indagine sul come formare il professionista riflessivo (Formare il professionista riflessivo, 1987). Il pensatore è influenzato da Dewey, ma anche dallo psicologo Carl Rogers. Proprio citando quest’ultimo e sostenendo che abbia ragione nelle sue argomentazioni, Shön appare d’accordo sul denunciare le pratiche classiche di insegnamento, inefficaci e colpevoli a suo avviso di mortificare la “naturale” tendenza alla curiosità umana. L’uomo non si trova di fronte problemi pre-confezionati e si trova meglio se incaricato di trovare soluzioni efficaci nel confronto con gli altri. Ecco che compare una variante nuova nella relazione insegnante-alunno: l’importanza dell’imparare in gruppo in cui tutti, docenti e discenti si trovano in realtà nella condizione di esseri in apprendimento. Nel confronto, infatti, l’individuo auto-scopre delle soluzioni dei problemi e apprende anche, e perché no, divertendosi.