- Categoria: Riforme della scuola
- Scritto da Serena Gregorini
Le sezioni primavera
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Poco ancora è stato detto dell'avvio delle Sezioni sperimentali aggregate alle scuola dell'infanzia statali e private. Poco, a distanza di quattro anni dalle prime Sezioni aperte sul territorio nazionale e co-finanziate dal Ministero dell'istruzione in accordo con gli Enti Locali.
L'introduzione della sperimentazione si ebbe con la Finanziaria 2007: pochi articoli e centinaia di commi per dare il via a quello che è stato definito da alcuni un vero e proprio “testo unico” sulla scuola. Ci sono stati dibattiti in merito all'opportunità o meno della regolamentazione del sistema scolastico tramite legge Finanziaria, ma non approfondiremo in questa sede un tale dibattito. Preme piuttosto sottolineare qui l'importanza della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), e in particolare l'art. 1 comma 630 che disciplina proprio e introduce la sperimentazione relativa alle Sezioni Primavera.
All'inizio della proposta molte furono le voci che si levarono sia per difendere sia per criticare l'ipotesi dell'allora ministro Fioroni. Grandi i nomi dei pedagogisti, degli psicologi e degli esperti dell'educazione che si fecero sentire sul tema delle nuove Sezioni sperimentali aggregate alle scuole dell'infanzia: G. Cerini, S. Govi, Bastico, R. Iosa, L. Lega (solo per citarne alcuni). La scelta formulata dal ministro Fioroni voleva da una parte creare un'alternativa all'anticipo “secco” proposto e fino ad allora in vigore per mezzo della riforma Moratti, e dall'altra dare degna risposta sociale alla domanda delle famiglie e raggiungere, al contempo, l'obiettivo della copertura territoriale del 33% fissato dal Consiglio Europeo di Lisbona sulla copertura dei servizi all'infanzia di 24-36 mesi e attenuare così le differenze di diffusione nel Paese. Fino ad allora infatti il servizio al segmento 0-3 era stato coperto solo per il 10% (contro il 33% della media europea) sul territorio nazionale con grandi differenze territoriali tra nord (meglio centro-nord) e sud e contro anche il 99% di copertura garantito per la fascia di età 3-6 anni con le scuole dell'infanzia statali, comunali e paritarie. I nidi inoltre erano finora solo a prevalente gestione comunale, con tutte le problematiche e le difficoltà degli enti più piccoli a garantire un tale servizio che comporta costi elevati per le casse dell'amministrazione cittadina.
Nate quindi come risposta “sperimentale” agli anticipi previsti dalla riforma Moratti, le Sezioni primavera stanno ormai diventando un vero e proprio nuovo segmento del sistema di istruzione per venire incontro alle esigenze particolarmente sentite da parte delle famiglie, soprattutto in alcune aree del territorio nazionale. Non per niente la loro definizione altra è:“servizio socio-educativo integrativo” e l'istituzione e la concorrenza finanziaria è tra Ministero dell'Istruzione e Ministero delle politiche familiari, oltreché degli Enti Locali (Regione e Comune).
Il nome forse un po' romantico delle Sezioni primavera, ci ricorda però che l'idea non è nuova. Lo stesso nome ( ma anche quello di Sezioni ponte) è stato infatti ripreso dalle esperienze già fatte in regioni come Toscana, Emilia Romagna, Lazio... Non si tratta quindi di una novità assoluta nel campo della cura e dell'educazione dei bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi. La novità invece di un simile servizio sta nella rinnovata attenzione e nella riscoperta cultura per l'infanzia e la famiglia proveniente adesso dallo Stato.