- Categoria: Capricci e ribellione
- Scritto da Paola Marchionne
Capricci e mancanza di rispetto
Article Index
Buongiorno, sono la mamma di due bambini, Edoardo e Ornella, rispettivamente di 5 e 3 anni.
Vi scrivo perchè sono stanca di non riuscire a farmi ubbidire dai miei bambini e di dovere continuare a sgridarli urlando per riuscire a ottenere anche la minima cosa. Sopratturro la piccola è divenuta pesantemente capricciosa soprattutto per alzarsi e andare a dormire, vestirsi e cambiarsi, per pettinarsi, per mangiare. Il grande è meno capriccioso ma in compenso indisponente e vuole sempre avere l'ultima parola su tutto. Risponde a noi in modo sgarbato dicendo cose come "ti uccido, vai fuori da questa casa, stai zitta/o, ti infilo la spada nella pancia, ecc...".
Premetto che nessuno di noi due si sogna e si è mai sognato di dirgli cose di questo genere!! (I bambini vengono trattati con amore e affetto, sia da me che dal padre e dai nonni. Non facciamo altro che stare il più possibile con loro, giocare e coccolarli). E ogni volta che le dice viene regolarmente sgridato ma senza risultati poichè alla prima occasione ripete le stesse cose.
Il clima familiare è sereno, con momenti di tensione ma credo come in tutte la famiglie. E' ovvio che quando i bambini (cioè tutte le sere) iniziano a litigare o a non ubbidire il clima si scalda e si comincia a gridare. Capisco che per voi sia difficile dare una valutazione della mia situazione senza conoscerci di persona e soprattutto senza sapere nulla del passato dei bambini: sono stati desiderati entrambi, la gravidanza e il parto sono stati per me una passeggiata senza mai un problema e i loro primi mesi di vita sereni, credo.
Sono sempre stata molto presente e affettuosa. Ho cercato di abituarli a dormire soli, senza risultato perchè ora si addormentano nei loro letti ma durante la notte vengono nel nostro letto (anche questo è un punto dolente della nostra vita familiare). Questo perchè dopo la nascita della seconda bambina, esausta da continui risvegli notturni del primo bambino, ho ceduto e la situazione è degenerata.
Un altro problema non trascurabile è che, Edoardo ha tutte le notti, incubi che durano anche 5 minuti in cui sembra sveglio ma non lo è, piange terrorizzato completamente sudato e dice cose incomprensibili chiamando me.
Un altro punto importante è la scuola materna: il mio primo bambino non l'ha accettata ancora adesso. Ci va malvolentieri e la rifiuta totalmente. Vi lascio immaginare cosa siano stati i primi due anni: un supplizio per tutti, era sempre malato e ogni mattina una tragedia per vestirlo e farlo uscire di casa. La bimba, tutto il contrario: ci va molto volentieri e quando è malata faccio fatica a tenerla a casa perchè vorrebbe andarci anche con la febbre!!
Anche i pasti sono difficili: non stanno mai seduti e continuano a correre dalla cucina alla sala della tv che ora sto cercando di chiudere a chiave durante il momento dei pasti. Siamo una famiglia che ama viaggiare e non è raro fare anche viaggi impegnativi oltreoceano. In questi casi i momenti peggiori sono: le code di attesa e le attese negli aeroporti perchè i bambini scappano in giro e non si riesce a fare capire loro che è importante che non si allontanino. Per il resto, a parte i pasti, si comportano in modo sufficientemente accetabile. Le reazioni di noi genitori a tutto ciò sono continue sgridate, urla nevrasteniche che spaventano i bambini e sentimenti di umiliazione per il continuo insuccesso educativo che vediamo riproporsi giornalmente.
Mi rendo conto che tutto ciò non è corretto ed è per questo che voi siete i primi a cui chiedo consiglio. Io amo i miei bambini alla follia, farei di tutto per loro, passo tutto il mio tempo con loro, li coccolo, li bacio, ripeto loro che li amo, ma nello stesso tempo mi sento a terra perchè devo sgridarli per farmi ascoltare anche per le cose più banali e ho paura di perdere il loro rispetto stima.
Gentilissima mamma,
dagli elementi che lei, più che esaurientemente, ci trasmette, posso dire che la situazione è ascrivibile ad una serie di quadri familiari che nel mio lavoro, sia di consulente on line, sia di consulente consultoriale, è ahimè consuetudine incontrare.
Ci sono, altresì, un paio di elementi da considerare come specifici, ma questo lo farò in coda alla consulenza.
Partiamo, dunque, dai tratti generici: la situazione che lei ci descrive è quella di un certo "disordine" educativo, o di difficoltà educativa. La apostrofo con un "ahimè" perché in realtà ha radici nel quotidiano, nelle comuni difficoltà di gestione della vita familiare, ma i segnali che dà sono evidenti, noiosi e, "ri–ahimè" duraturi e duri a morire!
Cara signora, trattasi, in verità, di una questione di "confini", e mi calo nel vostro particolare, per spiegarmi meglio: più lei e suo marito, cioè i genitori, ponete confini di amore, coccole, dichiarazioni affettuose, con qualche urlo, esasperato e inefficace, qua e là, più i bambini spostano questo confine in avanti, cioè invadendo il vostro spazio e il vostro ruolo, con dichiarazioni forti, romanzesche e drammatiche ("Ti infilo la spada nella pancia!"...) e con capricci inesauribili. Ne deriva quindi che, su diverse questioni piuttosto importanti (i pasti, il sonno, l'andare o no all'asilo e come, la sosta negli aeroporti..), sono loro a decidere e non voi a dare un ordine, e i bambini la gestiscono a modo loro, con disordine, appunto, e una grande confusione!...
Per fare una sintesi: il vostro spazio di genitori è ridotto, mentre quello di Edoardo e Ornella è vasto e anarchico.
In questa sintesi ci sta anche la conclusione che l'amore, basilare in tutto e specialmente in famiglia, non basta: ci vuole anche la fermezza. Deve essere un amore che dà sicurezza, che dà forza e non un amore che fa pensare ai bimbi: "Tanto alla fine comando io e posso fare sempre quello che mi salta per la testa!".
Lei si chiede se i suoi bimbi la ameranno sempre e se non rischia di perdere il loro rispetto e la loro stima.
I suoi bambini la amano e la ameranno sempre, signora, esattamente come è evidente che lei ama loro, e non solo perché glielo dichiara a cuore aperto: ma Edoardo e Ornella hanno e avranno anche bisogno di qualcuno su cui contare, sempre, e che, in molti casi, sia in grado di guidarli. Oggi, che sono piccoli, fra i corridoi affollati di un aeroporto; domani, da adolescenti, lungo la giungla della vita.
E poi diciamolo una volta per tutte: questa del "bambino che sa autoregolarsi" sempre, secondo me è una sonora baggianata! E allora l'educazione che ci sta a fare?
Probabilmente, se sentisse altri miei colleghi, le direbbero che i bambini devono essere lasciati liberi nella loro espressione e che tutto quello che c'è ora, rientrerà prima o poi... per magia!
Io sono molto chiara: qui ci vogliono delle regole, poche e semplici, da rispettare per tutti, grandi e piccini, e un bel paio di genitori pronti a farle rispettare, con amore, comprensione e anche fermezza ... perché i bambini ci proveranno a trasgredirle. Sempre, è il loro compito evolutivo. E il compito dei genitori è quello di farle rispettare. Sempre.
Ci pensi, signora: in questo momento non sta già facendo fatica? Le notti insonni, le lotte per andare all'asilo, gli andirivieni delle cene, le urla disperate e il suo senso di frustrazione e inadeguatezza...?
Ecco: sposti questa fatica sulla fatica immensa di impuntarsi anche lei su qualche regola che dia ordine e rispetto, mettendosi, insieme con suo marito, ovviamente, a fare da buon esempio ma anche da "sanzionatore". Continui con coccole e baci, per carità, a volontà, ma quando qualcuno dei suoi contravviene ad una regola, non transiga e lo sottolinei con chiarezza; trovi con suo marito una modalità per far capire ai piccoli che quanto hanno fatto non va bene e che non deve più ripetersi. Gli urli non servono e c'è il rischio che diventino l'unico mezzo, tardivo, per risvegliare i bambini dal loro torpore ineducativo.
Veniamo infine alle questioni specifiche che riguardano gli incubi di Edoardo e la sua scuola materna: potrebbero essere associati? Ha avuto modo di verificare che a scuola vada realmente tutto bene e che questo non sia un ennesimo capriccio del bambino?
La lascio con questi stimoli alla riflessione e anche suggerendole un libro di un'esperta sicuramente molto più importante di me ma che, come me, parla di amore e regole:
A. Oliverio Ferraris, Non solo amore, ed. Demetra
Restando a sua disposizione, le invio i miei più cordiali auguri di "Buon proseguimento genitoriale"!
Buongiorno,
Ringrazio la dott.ssa Marchionne per la risposta inviatami. Vorrei chiederle altri consigli.
Cara Dott.ssa,
Dopo la sua risposta ho capito che bisogna dare una bella ripassata a tutti i libri che abbiamo letto prima della nascita dei nostri due bambini. Certo che mettere in pratica la teoria che libri come I no che fanno crescere non è per niente facile.
Per prima cosa vorrei sapere da lei come ci si deve comportare quando si dà un "ordine" e il bambino si oppone e vuole sempre avere l'ultima parola non riconoscendo a nessuno l'autorità, senza nessuna deferenza.
Come secondo quesito il sonno: quando mi sono accorta di essere incinta di Ornella ho deciso di educare Edoardo a dormire in modo più sano e ho applicato il metodo dei due medici spagnoli del libro "Fate la nanna" ottenendo un certo successo. Dopo la nascita di Ornella, Edoardo che aveva 22 mesi, ha continuato a dormire bene fino all'inizio della scuola materna che lo ha sconvolto. Da allora ha ricominciato a svegliarsi ma senza incubi. Gli incubi sono iniziati la scorsa estate. La situazione è degenerata e adesso i due , come le ho già detto, vengono nel nostro letto tutte le sere.
Quale metodo adottare per risolvere la situazione? Varrebbe ancora, vista l'età, il metodo spagnolo? Il problema è anche che dormono in letti senza sbarre quindi escono dal letto a loro piacimento. Mio marito dice, scherzosamente, che bisognerebbe mettere dei cavalli di frisia lungo le scale che portano alla nostra camera ma non credo che sia il caso. Secondo lei il fatto che la loro camera è al piano inferione rispetto alla nostra, rappresenta un problema? Dovremmo trasferirci anche noi al loro piano?
Terzo quesito è la scuola materna. Lei mi chiede se il bambino ha problemi: sì, ne ha perché non accetta l'autorità della maestra che in questo caso è abbastanza rigida ma di certo non cattiva, come sostiene lui. Per quanto riguarda i compagni non credo abbia incontrato nessuno di particolarmente interessante, infatti non ha legato con nessuno in particolare. E' un bambino che vive in un suo mondo fantastico, ha molta fantasia e molto interessato ad argomenti che vanno oltre la sua età. A 18 mesi conosceva già le lettere dell'alfabeto. Con questo non voglio dire che mio figlio sia un genio ma che forse ha bisogno di altri stimoli. Infatti dice che l'asilo non gli piace perché si annoia.
E' tutto. Spero che lei mi possa dare delle risposte che mi diano un indirizzo da seguire. Grazie.
Carissima Signora,
sono davvero felice di dare seguito alla consulenza che lei ci ha chiesto. Infatti, questo non accade di frequente, e noi consulenti rimaniamo sempre con la curiosità su "come sarà andata a finire" e se il nostro lavoro è stato veramente utile.
Carissima mamma, dunque, io credo che nella sua esigenza ci sia un solo errore di fondo, che "vizia" tutto il resto e spero che lei mi permetta di esprimerglielo: il problema è che lei cerca altrove la soluzione per i suoi figli, mentre la deve cercare esclusivamente all'interno di sè stessa come persona, donna e mamma, e insieme a suo marito, persona, uomo e papà, quindi all'interno della coppia genitoriale, e nemmeno, primariamente, all'interno dei suoi figli, dei loro caratteri e delle loro personalità.
Perché? Perché per questo sono ancora troppo piccoli.
Il passo, all'inizio, dovete darlo voi genitori e loro, a mano a mano, risponderanno coi loro modi e con le loro caratteristiche, esprimendoli e così facendosi conoscere. Di rimando, però, voi non dovete cambiare strada, se siete convinti delle vostre scelte, solo perché loro dimostrano di non volere seguirvi, a meno che non vi dimostrino che state sbagliando di grosso, e dovete tenere duro. Loro vi ringrazieranno solo fra tanto tempo, o magari il loro ringraziamento sarà un giorno la loro intelligenza e la loro apertura, la loro adattabilità.
Ma tornando a lei: prima pensa di dover fare un "ripassone" dei libri che ha letto per prepararsi a crescere i suoi figli, poi si rifà al metodo spagnolo per mettere i bimbi a nanna, poi chiede e richiede a me; anche nella simpaticissima soluzione, suggerita da suo marito, rispetto ai Cavalli di Frisia c'è nuovamente lo spostamento altrove della soluzione del problema; ancora, asserisce che è suo figlio a non riconoscere autorità a nessuno, senza nessuna deferenza.
Invece io, insisto, che la soluzione è in voi, mamma e papà, e l'autorità dovrebbe trasudarvi di dosso perché siete intimamente convinti di doverne avere e di averne; al contrario, se vi sentite insicuri o se sognate di poter crescere i vostri figli senza mai dovervi imporre, l'autorità non traspare e il bambino se ne approfitta.
Così, se la mamma è incerta e la maestra non è stimolante, Edoardo sgattaiola via e si impone lui con i suoi capricci e forse anche con i suoi incubi, ma vive male, nel disordine e in una inquietudine che lo consuma.
Gli esperti, come, indegnamente, posso esserlo io e tutti quelli dei libri che ha letto, servono da ispirazione e non da metodo o da soluzione. Anzi, mi permetta ancora, diffidi da tutti quelli che le danno ricettine risolutive, perché non esistono!! Ogni cosa va adattata ad ogni persona e situazione, ad ogni tipo di forza e debolezza, ad ogni convinzione.
Anche io, nel mio lavoro con i genitori e con piccoli e ragazzi, leggo una quantità smisurata di libri, per aggiornarmi e migliorarmi, ma propongo esclusivamente quello che mi convince, perché solo questo mi rende a mia volta convincente ed efficace.
Così potrei dirle come ho fatto io a risolvere i suoi stessi problemi con i miei figli che, fra l'altro, hanno lo stesso sesso dei suoi e la stessa differenza di età: ma loro sono loro, io sono io e il padre è il loro padre!
Posso quindi dirle solo che ho fatto e faccio tuttora una gran fatica perché certe volte avrei tanta voglia di cedere e mollare, di andarmene al cinema con le amiche invece di pensare sempre e solo esclusivamente a loro e, fra l'altro, quando ci vado per esasperazione, loro sono pure contenti perché per un paio d'ore non rompo le scatole!!....
Posso dirle che, se mi chiede se io sia convinta della necessità di regole e guida, nell'esistenza dei più piccoli, le rispondo sicuramente di sì.
Sul come, però, la mia risposta deve essere necessariamente individualizzata e qui la mia "competenza on – line" viene a terminare.
Posso suggerirvi di rivolgervi ad un esperto pedagogista, quindi del ramo dell'educazione, oppure ad un bravo psicologo sistemico o della famiglia che, attenzione, vi supporti nelle vostre scelte educative e non per dirvi cosa dovete fare.
La soluzione nasce da dentro di voi, dalle vostre convinzioni, dal vostro conforto e dalla vostra unione, dalle vostre speranze sul futuro dei vostri bambini e da come pensate si possano realizzare, lungo un cammino che parte da ora.
Le rinnovo i miei auguri e, se nuovamente mi permette, le invio un caloroso abbraccio da genitore a genitore.
Educare.it - Anno VII, Numero 4, Marzo 2007