Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 4 - Aprile 2025

Bambina viziata?

bambina-viziataBuongiorno, sono mamma di 2 bambine di quasi 7 anni e 4 anni. La più grande ha sempre avuto un comportamento difficile da gestire ma ultimamente è diventato insopportabile. Gelosa della sorellina alza spesso le mani contro di lei, dispettosa con tutti, urla e ultimamente dice brutte parolacce a me, al papà, sorellina e ai nonni.

Fa tutti i giorni capricci esagerati per tutto: dal contestare i vestiti che le preparo a quello che dobbiamo fare. Quando organizziamo pomeriggi a casa con più bimbe finisce che litiga con tutti ed insulta qualcuno. Raramente si trascorre una giornata tranquilla, molto disubbidiente. La sorella ora la imita. A scuola dicono che è brava ed educata. Mio marito sostiene che sono solo viziate. Io non so cosa fare. Grazie

 

 

Gentile mamma,

i dati descrittivi che lei ci invia sono veramente essenziali  e di conseguenza risulta difficile darle una risposta articolata.

Da questi semplici dati si può sicuramente pensare che la radice delle problematiche da lei esposte siano principalmente educative: criteri basilari ci suggeriscono infatti, ad esempio, che se la bimba fuori casa è brava ed educata, evidentemente a casa sussiste qualcosa che provoca in lei il non dare il meglio di sé. 

A onor del vero c’è da aggiungere che, se la bambina a scuola è adeguata, significa che anche a casa i genitori sono stati all’altezza di mostrarle quali sono i comportamenti corretti; c’è da aggiungere che anche lo stimolo evidentemente positivo dato dalle insegnanti, può fare molto nel motivarla.

Insomma: si dà il caso che quanto lapidariamente esprime suo marito, il papà delle bambine, non sia così lontano dalla realtà!

Mi nasce però spontaneamente un pensiero: mi auguro e le auguro che suo marito non si limiti solo ad azzeccare diagnosi e che le dia una grossa mano nell’educazione delle vostre bambine! 

Di fatti, essendo entrambe ben lontane dallo svezzamento rispetto all’ esclusività nell’attaccamento alla madre, il padre può fare molto per rimetterle un po’ in “riga” e supportando la mamma con incisività ad instaurare in casa un clima di gentilezza e rispetto.

Addirittura, un quadro come quello da lei descritto, potrebbe avere le sue radici proprio in uno sbilanciamento educativo fra mamma e papà, in una mancanza di coerenza nei principi educativi fra i genitori ma soprattutto nei loro modi applicativi: se infatti, per esempio, una mamma affaticata per mille motivi paventa il ritorno del papà come momento di resa dei conti rispetto ai capricci, ma alla fine il papà quando interviene sminuisce la richiesta della mamma o rimanda per stanchezza, il guazzabuglio educativo prende piede violentemente.

Ricordo infatti che limiti, confini ed argini sono sempre necessari, sia con i bimbi piccoli che con quelli più grandi: sarà anche compito dei nostri figli trasgredirli o cercare di romperli, ma noi genitori potremo sempre rispondere:”La strada che ti ho insegnato era questa…” e non un crocevia di indistinte opportunità.

Quello che vi consiglio è rivolgervi ad un esperto che vi aiuti a fare un “check” educativo e vi aiuti a trovare una linea comune e condivisa: vi indico un pedagogista e di cominciare col chiedere alla vostra scuola se offre un servizio di questo genere, come molti istituti comprensivi fanno.

Inoltre, aggiungo: perché non mi fa scrivere dal papà col compito di descrivere a modo suo le stesse cose che ha descritto lei?

 


copyright © Educare.it - Anno XIV, N. 8, agosto 2014

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