- Categoria: Pedagogia interculturale
- Scritto da Lucia Giannini
Istruzione femminile e sviluppo
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L’opportunità di accedere al mondo della scuola è ancora preclusa ad un numero elevatissimo di bambine in molti Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Tuttavia, l’istruzione delle donne è un passo fondamentale per tali Paesi, al fine del raggiungimento di altri obiettivi (come il controllo delle nascite e la riduzione dell’AIDS) e, in definitiva, per la loro crescita sociale ed economica. Investire nell’istruzione delle bambine, come evidenziato da UNICEF, Save the Children ed UNESCO è, in breve, la migliore possibilità di investimento per i PVS, poiché è in grado di favorire non solo le generazioni presenti, ma anche quelle future.
Riferimenti legislativi e dati numerici
Le fonti legislative internazionali sottolineano chiaramente il diritto delle donne di ricevere un’istruzione adeguata. L’articolo 10 della Convenzione dell’ONU del 1979 sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, ad esempio, obbliga gli Stati contraenti a garantire l’accesso all’istruzione e le stesse opportunità educative tanto agli uomini quanto alle donne.
“States Parties shall take all appropriate measures to eliminate discrimination against women in order to ensure to them equal rights with men in the field of education…” (1)
Tuttavia, al giorno d’oggi, ben 58 milioni di bambine e ragazze in tutto il mondo si vedono negare il diritto all’istruzione. Il preoccupante numero è riportato dall’Organizzazione Internazionale Save the Children (2) la quale evidenzia come la situazione più problematica sia quella riscontrabile nei Paesi dell’Africa sub-Sahariana. Nonostante alcuni Stati (Bolivia, Kenia, Camerun, Bangladesh) stiano compiendo dei grossi passi avanti nell’ambito dell’istruzione femminile, in linea generale il numero di donne che non vanno a scuola nel mondo è ancora altissimo.
L’impegno della comunità internazionale per l’istruzione femminile
L’istruzione universale e la parità di genere a scuola costituiscono degli imperativi che la comunità internazionale si è impegnata da tempo a raggiungere, nell’ambito di una strategia di livello globale per lo sviluppo. 189 Stati dell’ONU, infatti, si sono posti l’obiettivo di conseguire, entro il 2015 una serie di 8 traguardi, denominati Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals):
1. l’eliminazione della fame e della povertà estrema;
2. la realizzazione dell’istruzione primaria universale;
3. la promozione della parità di genere e dell’empowerment delle donne;
4. la riduzione della mortalità infantile;
5. il miglioramento della salute delle madri;
6. la lotta all’HIV/AIDS, alla malaria e ad altre malattie;
7. la salvaguardia della sostenibilità ambientale;
8. la creazione di un’alleanza globale per lo sviluppo.
Tra tutti questi obiettivi due sono considerati prioritari, in quanto il loro raggiungimento è in grado di favorire successivamente il progresso anche sugli altri fronti: l’istruzione universale e la parità di genere e l’empowerment delle donne. Il traguardo per il raggiungimento della parità di genere nella scuola primaria e secondaria, di conseguenza, è stato fissato in anticipo di 10 anni rispetto a tutti gli altri (3).
L’UNICEF ha inoltre lanciato l’iniziativa “25 entro il 2005”, la quale mira ad intensificare gli sforzi verso il raggiungimento della parità di genere nell’istruzione in 25 Paesi considerati a rischio (4), a causa di fattori quali i bassi tassi di iscrizione scolastica femminile, la presenza di più di un milione di bambine che non frequentano la scuola, o un divario di genere nell’istruzione superiore di 10 punti percentuali. L’iniziativa “25 by 2005” è, quindi, un’azione focalizzata esclusivamente su alcune aree del pianeta e complementare agli sforzi a livello globale messi in atto dall’UNICEF al fine di garantire a tutti la possibilità di istruirsi.
Anche l’UNESCO, nella sua Campagna “Education for All” (EFA), pone l’accento sulla parità di genere a scuola e sul raggiungimento dell’istruzione primaria universale. Nonostante i progressi ottenuti da alcuni Paesi in questo settore, infatti, l’UNESCO ricorda come il divario di genere rimanga molto ampio in tante parti del mondo: in alcuni Stati arabi, nell’Africa Sub-Sahariana e nel Sud-Ovest Asiatico. La partecipazione delle ragazze nella scuola primaria è sostanzialmente più bassa rispetto a quella dei ragazzi in 71 Paesi su 175 (5) e quasi due terzi degli analfabeti nel mondo (64%) è costituita da donne (6).