- Categoria: Pedagogia del quotidiano
- Scritto da Valentina Sartoris
Il tempo in casa con i bambini durante il coronavirus
In tempi di quarantena imposta dal Coronavirus tutti, adulti e bambini, viviamo sommersi da pensieri ed emozioni contrastanti. Anche in questa situazione, in cui spesso preoccupazione e ansia prevaricano su emozioni positive, è importante riuscire a vedere il “bicchiere mezzo pieno”. Un antico proverbio giapponese recita così: non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.
Proviamo allora a focalizzare su uno degli aspetti positivi di questo momento particolare: il tempo insieme. In questa quarantena abbiamo tutti tempo, quel tempo che nella vita “normale” mancava adesso sembra persino troppo.
Proviamo a fare “scorta di tempo” di qualità da vivere con i nostri bambini. Il primo modo è di fare insieme alcune attività: impastare, costruire con le scatole e con i lego, leggere favole e racconti, cantare e ballare, giocare a nascondino, farsi il solletico, giocare a tombola, etc. Non è l’unica modalità per stare con loro: anche stare accanto ed osservarli mentre giocano, essere disponibili a farci coinvolgere in quei giochi secondo le loro regole. E’ poi un tempo bello quello del raccontare e raccontarsi, ad esempio di quando eravamo bambini, praticando l’ascolto attivo su quanto loro hanno da dirci. L’ascolto attivo è quella modalità di ascolto lontana da giudizi, pregiudizi, critiche e commenti: io adulto ti ascolto apertamente senza commentare in alcun modo quello che tu dici ma alimentando le tue riflessioni secondo il tuo pensiero. Nell’ascolto attivo anche il linguaggio del corpo svolge un ruolo fondamentale: mentre ti ascolto ti guardo, mostro interesse, sono seduto accanto a te ad ascoltarti senza fare altre attività.
Un’altra via, molto importante, è quella delle emozioni: è importante esprimere i propri stati d’animo al bambino in modo che anche lui si senta libero di condividere i propri. Un bambino che cresce in un ambiente familiare in cui i genitori sono emotivamente empatici con lui, ossia capaci di cogliere, comprendere ed ascoltare i suoi stati d’animo senza giudicarli, sarà un bambino che esprimerà volentieri le proprie emozioni, sia positive che negative.
Il bambino che si sentirà dire, dalla mamma, dal papà o da altre figure di riferimento, “Ti voglio bene”, “sono tanto fiero e orgoglioso di te” sarà un bambino consapevole dell’amore che le sue figure di riferimento provano per lui e, a sua volta, si sentirà libero di esprimere le sue emozioni senza timidezza. Può capitare che queste parole non si dicano apertamente, dandole per scontate. Non è così, il bambino ha bisogno di sentirle dire. Al tempo stesso, il bambino ha bisogno che il nostro linguaggio del corpo, i nostri comportamenti, rispecchino quanto affermiamo. Abbracci e coccole hanno lo stesso valore delle parole d’affetto, se utilizzati insieme renderanno il bambino veramente felice.
In questo momento di quarantena, pertanto, può essere utile incoraggiare il bambino a esprimere le proprie emozioni, magari dicendogli «Mi dispiace che in queste settimane tu debba stare lontano dai tuoi amici ma sono felice che possiamo stare molto tempo insieme, mi piace tanto stare insieme a te».
Per chi lavora da casa può essere molto faticoso conciliare anche le attività con i bambini e le faccende domestiche quotidiane. Potrebbero sfuggirci affermazioni come «non ne posso più, tutto il giorno con Paolo, ma quando torna a scuola? Mi riposo di più al lavoro!» In queste parole, il messaggio che arriva è: la mamma non sta volentieri con me. Se capita si può rimediare parlando al bambino in maniera chiara, semplice e sintetica (spiegazioni troppo prolisse risultano inutili) dicendo, ad esempio: «Scusa Paolo, quando sono stanca mi arrabbio e dico cose brutte che non le penso davvero. Sappi che io sto sempre tanto volentieri con te, è divertente giocare insieme e chiacchierare».
In conclusione, cogliamo l’opportunità di utilizzare questo tempo in maniera educativamente costruttiva trascorrendo, nel limite del possibile, tempo di qualità con i nostri bambini. Si tratta di “tempo insieme” in cui prestare attenzione ai propri figli facendoli così sentire amati, capiti e rispettati.
Autrice: Valentina Sartoris, pedagogista ed esperta nei processi di apprendimento. Da oltre dieci anni svolge attività di consulenza pedagogica rivolta ai genitori per sostenerli nel loro ruolo educativo, agli insegnanti per individuare e condividere metodologie didattiche, a bambini e ragazzi con difficoltà scolastiche e disturbi di apprendimento per aiutarli ad individuare il proprio metodo di studio efficace.
copyright © Educare.it - Anno XX, N. 4, Aprile 2020