Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 4 - Aprile 2025

Come limitare i capricci di mia figlia

capricci carlaSalve, sono la mamma di Carla, 3 anni e Marco di 9 mesi. Io e mio marito nelle ultime due settimane stiamo impazzendo a causa delle reazioni della nostra bimba. Carla è una bimba intelligente, vivace sia motoriamente che nel linguaggio. Essendo nata a gennaio, abbiamo deciso di mandarla a scuola materna con qualche mese di anticipo. Marco è nato a maggio, il suo arrivo è stato accolto apparentemente bene dalla sorella che è sempre stata molto affettuosa.
A settembre quindi ha iniziato l’asilo, un mesetto di assestamento e poi è sempre andata volentieri. Io sono stata a casa parecchio anche per questa seconda maternità. Sono rientrata al lavoro il primo di febbraio.
Da qualche settimana Carla e diventata particolarmente oppositiva nei nostri confronti, a ogni nostra richiesta o affermazione, risponde con un no o non ci da risposta. A volte dopo averla chiamata tre o quattro volte, la chiamiamo ad alta voce e lei finalmente ci risponde, ma con un tono scocciato.
Non fa mai quello che chiediamo, allora io e mio marito, forse erroneamente ma ormai frustrati, urliamo. L’abbiamo messa anche in punizione non facendole vedere la TV, ma non è servito a nulla. Naturalmente prima si cerca di spiegarle il perché e il per come deve fare questa cosa. Pretendo che mi guardi negli occhi quando parlo. Sembra ascoltare, ma alla fine del discorsetto mi dice «sì però io voglio...» oppure «sì ma prima io faccio...».
Non riusciamo a trovare un sistema per arginarla. Spesso mi ritrovo a pensare che passo pomeriggi o sere a riprenderla su cosa non deve fare e cosa deve fare. Sta diventando veramente pesante.
Spesso le dico che non è lei che comanda ma io e papa; lei mi guarda in cagnesco, se non quando mi ripete alla lettera quello che io dico a lei: «tu mi hai fatto arrabbiare xche ti sei comportata male con me...». Come possiamo comportarci?
Con il fratello ha un atteggiamento affettuoso, a volte anche troppo. Lo stringe in maniera eccessiva così la sgridiamo spiegandole che è piccolo e non deve stringerlo così.
Vi prego aiutateci.

Gentilissimi genitori,
la vostra piccola Carla, in pochi mesi, si è trovata a dover affrontare alcuni cambiamenti importanti come la nascita del fratellino e l’inserimento alla scuola materna che, senz’altro hanno influito sul suo carattere e sul suo comportamento. A tutto questo, va aggiunto anche il momento particolare che Carla sta passando ovvero la fase della negazione, il periodo dei ‘no’, una fase delicata ma positiva durante la quale i bambini cercano, in tutti i modi, di entrare in contatto diretto con il mondo esterno per imporre la loro volontà, differenziarsi dagli altri, sperimentare la propria indipendenza e unicità. Ai genitori non resta che armarsi di pazienza, impartire regole precise, costanti e coerenti, porre i giusti limiti e concessioni attraverso un’educazione autorevole, non autoritaria né tantomeno permissiva. E’ un periodo impegnativo ma anche una tappa evolutiva fondamentale che condurrà la bambina verso la conquista dell’autonomia e le permetterà di affermare la propria identità.
Tenuto conto di queste tre problematiche: inizio scuola materna, gelosia e fase dei ‘no’, preme riflettere sulla situazione di disagio che probabilmente Carla sta vivendo, disagio manifestato proprio dagli atteggiamenti oppositivi talvolta provocatori nei vostri confronti che denotano una forte richiesta d’aiuto.
Per quanto concerne la gelosia, è bene sottolineare come ogni bambino la esprima in maniera diversa. Alcuni regrediscono in età e abilità già acquisite, si chiudono in se stessi o mostrano sentimenti ostili o di eccessiva dipendenza (richiesta esagerata di coccole, contatto fisico, continuo bisogno di esser rassicurati), altri sembrano indifferenti e soffrono in silenzio e altri ancora esternano i loro sentimenti con grida, capricci, rabbia.
Denominatore comune è la profonda paura di perdere l’affetto dei genitori, le loro attenzioni, le proprie sicurezze e i punti di riferimento.
Occorre tempo, in genere sei mesi, perché i bambini imparino a interiorizzare la presenza di un fratellino o sorellina e il ruolo dei genitori è fondamentale.
In questo momento, Carla ha più che mai bisogno di sapere che l’amore che provate per lei è rimasto intatto e ogni occasione è buona per manifestarle il vostro affetto e rassicurarla anzi, i momenti giusti sono proprio quelli che forse vi irritano di più ovvero quando fa i capricci, quando esterna la sua rabbia o si chiude in lunghi silenzi. Ponetevi in empatia con la vostra bambina ovvero mettetevi nei suoi panni per cercare di comprendere appieno i suoi stati d’animo e i suoi sentimenti ambivalenti, prestatele ascolto e aiutatela a gestire le emozioni negative e ad esprimerle. Non lasciatevi scappare l’opportunità di creare un legame forte ed esclusivo che porrà le basi per un rapporto sereno e favorevole che si protrarrà per tutta la vita.

 


copyright © Educare.it - Anno XVI, N. 9, settembre 2016