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Luca è uno studente che presenta difficoltà nel gestire il comportamento in classe e in particolare le interazioni con i compagni e gli insegnanti, talvolta è demotivato e presenta una scarsa autostima. Valorizzando le sue competenze linguistiche in inglese e la sua passione per il mondo Disney, è stata ideata un'esperienza didattica inclusiva ispirata ad "Alice nel Paese delle Meraviglie", che si è concretizzata in un'Escape Room a squadre, che ha coinvolto attivamente l'intero gruppo classe. Un ambiente di apprendimento immersivo e interattivo, che sfruttano i principi del game-based learning, ha consentito agli studenti di collaborare per risolvere enigmi, superare sfide e completare missioni, applicando conoscenze disciplinari e competenze trasversali. Il tutto andando a integrare elementi ludici con obiettivi educativi, promuovendo il pensiero critico, la risoluzione di problemi e l'apprendimento attivo.
Il Raspberry è un computer dalle ridottissime dimensioni che nasce con l’obiettivo di offrire al pubblico un dispositivo in grado di affiancare, alle tradizionali performances dei computer moderni, prestazioni discrete ad un costo contenuto. Soprattutto la presenza di una GPIO (general purpose input-output) consente l’interazione del dispositivo con il mondo reale, mediante la realizzazione di una pluralità di progetti, tutti differenti ed originali tra loro, che affascinano la comunità degli appassionati, come l'orologio parlante illustrato nella figura. Tra i valori educativi di questo approccio vi è quello di valorizzare gli oggetti, anche quando sono rotti o sembrano inutilzzabili.
Numerose ricerche hanno evidenziato che i videogiochi producono un aumento dello stress, sia dell’eustress (stress positivo, che incentiva, migliorandole, le capacità di coping dell’individuo) che del distress (stress negativo). Il distress a lungo andare produce effetti negativi sul sistema cardiovascolare, metabolico ed immunitario. Infatti, sembra che alti livelli di distress nel corso del tempo (stress cronico) siano correlati con l’insorgenza di malattie coronariche (infarto del miocardio), ipertensione arteriosa, malattie autoimmunitarie e diabete.
Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde» Queste parole, tratte dal libro ‘Castelli di rabbia’ di AlessandroBaricco, sono l’introduzione perfetta ad un’esperienza didattica e personale: il caviardage. Ai miei ragazzi ho sempre detto di cercare la bellezza ovunque: nei loro gesti, nelle cose che mangiano, ascoltano, nei colori, nella natura. La bellezza spesso si nasconde, come la felicità, ma c’è sempre proprio come la poesia. Quando ho letto il libro di Tina Festa “Trovare la poesia nascosta” ho subito avvertito quel senso di appartenenza speciale al testo. Tina Festa vive a Matera, ama insegnare e ha una passione per l’arte. Tutta la sua persona la si ritrova nel metodo di scrittura creativa che ha sviluppato: il caviardage.
La diffusione capillare degli smartphone ha prodotto un uso eccessivo di essi parte della popolazione, soprattutto di quella giovanile, tanto che per alcuni si può parlare di dipendenza dal telefono. La dipendenza dagli smartphone è caratterizzata da quattro componenti.
Gli infortuni sono considerati un inevitabile prodotto della partecipazione alle competizioni sportive. Sono stati proposti diversi modelli concettuali che spiegano le reazioni psicologiche degli atleti ai loro infortuni. Fra di essi, è da menzionare la teoria del lutto, secondo la quale l’infortunio, a livello emotivo, è assimilabile ad un vissuto di perdita della propria immagine di atleta efficiente.
Come insegnante di Scuola Primaria, ho guardato con molto scetticismo l’istituzione prima di una Casa dei Bambini poi di una classe prima di Scuola Primaria ad indirizzo Montessoriano nell’Istituto Comprensivo dove lavoro. Ho visto bambini sdraiati proni per il corridoio con un libro in mano che svolgevano le attività, ho visto altri che stavano seduti sui banchi e altri che correvano in classe (forse anche Maria Montessori si sarebbe meravigliata), ho visto, erroneamente, il pensiero di Maria Montessori come una “moda”, come un indirizzo scolastico diverso dal tradizionale molto seguito e scelto da famiglie che volevano differenziarsi dal gruppo e che forse iscrivevano i propri figli a questa scuola senza conoscerne gli obiettivi pedagogici.
Ho cercato di capire, ho letto libri, riviste, ho visto sul “campo” (non senza scetticismo, ma questo è un mio limite) la metodologia montessoriana e mi sono chiesta se sia vecchia, superata, non al passo con il tempo e non adatta a formare le nuove generazioni del futuro i cosiddetti nati digitali. Ancora non sono giunta ad una conclusione definitiva ma posso affermare che la metodologia montessoriana non è sorpassata, in quanto essendo basata su solide basi scientifiche, ha tutti i requisiti per formare adeguatamente le generazioni future e permettere l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad un uso sempre più massiccio della tecnologia digitale nella quotidianità. Attualmente si calcola che ogni persona passa una media di sette ore al giorno su device connessi ad Internet, di cui almeno due ore sono declinate alla consultazione di social network quali Facebook e WhatsApp. L’uso crescente della tecnologia si presta ad una duplice significazione, ovvero può essere un’abitudine che può apportare positività alla quotidianità individuale, ma al contempo se non viene controllata e, soprattutto, se viene utilizzata in maniera impulsiva, compulsiva e irrazionale può divenire un veicolo di disagio che conduce a psicopatologie.
Nasce la nuova applicazione gratuita per i Disturbi Specifici dell'Apprendimento. L’app è divisa in tre diverse sezioni: famiglie, insegnanti, attività e giochi. DSA può essere consultata dalle famiglie per imparare a riconoscere nei propri figli i segnali che possono identificare precocemente una difficoltà legata all’apprendimento. L’app approfondisce l’itinerario diagnostico, gli aspetti psicologici, il percorso terapeutico e, inoltre, offre la possibilità di conoscere gli strumenti di sostegno economico messi a disposizione dalla previdenza sociale come l’indennità di frequenza.
Arriva la piattaforma per aiutare i docenti a fare didattica collaborativa in classe. Oilproject, la più grande scuola italiana online, dopo aver aiutato milioni di ragazzi a studiare e ripassare gratuitamente online, presenta “WeSchool.com – Superpowers to the teachers!”, lo strumento con cui i Prof di tutta Europa potranno coinvolgere i loro studenti prima, durante e dopo le lezioni in aula. Come? Condividendo qualsiasi tipo di contenuto, collaborando a lavori di gruppo, giocando, facendo esercizi e ottenendo feedback in tempo reale.
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