- Categoria: L'AltraNotizia
- Scritto da Aida Dattola
Il sogno di Danilo Dolci
Una personalità poliedrica qual è quella di Danilo Dolci non può essere catalogata in uno specifico settore, ma merita di essere ricordata e apprezzata soprattutto per l'impegno sociale che ha costituito lo sfondo integratore di ogni sua azione. Poeta, insegnante, attivista ed educatore, Danilo Dolci è stato considerato il Gandhi siciliano perché ha speso la sua vita a difendere gli ultimi, a combattere ogni forma di violenza e di prevaricazione con un atteggiamento nonviolento, aperto al dialogo e al confronto.
In ambito educativo egli si ispirò alla maieutica socratica, convinto che il sapere fosse dentro ogni persona e aspettasse solo di essere estrapolato, ma mentre Socrate riteneva che l'apprendimento non fosse un'azione esterna e scaturisse dal discente, Dolci va oltre ed elabora la cosiddetta “maieutica reciproca”, che nasce dall'incontro e dal confronto; non è un unilaterale, ma consente a entrambi gli attori di imparare l'uno dall'altro.
I suoi laboratori erano basati proprio su questo principio: ancor prima che si parlasse di circle time, nei vari incontri in giro per le scuole d'Italia faceva disporre i ragazzi in cerchio e poneva di solito questa domanda: "qual è il tuo sogno?" Da quell’input nasceva un processo di ricerca e di conquista interpersonale che induceva alla conoscenza produttiva, perché coinvolgeva anche emotivamente. Questo metodo aiuta a riflettere sul potere della funzione generativa dell'apprendimento, nata più dalla domanda che dalla risposta esatta. Il dialogo maieutico consente la messa in discussione della conoscenza attraverso l'autointerrogazione e la dialettica. Per scoprire la verità che si ha dentro di sé, Dolci parla di ascolto attivo e la domanda rappresenta uno strumento per sollecitare nuove prospettive e visioni creative.
Danilo Dolci è stato un vero educatore e un attivista impegnato, che aveva a cuore il cambiamento culturale partendo dalla consapevolezza che ogni individuo ha delle risorse e un proprio valore. Considerando l'etimologia del termine “educare”, lui voleva trarre da ognuno il sapere e promuovere il dialogo, fonte inesauribile di conoscenza per la crescita personale e collettiva.
L'approccio maieutico reciproco, che è un processo di esplorazione collettiva inclusivo e produttivo, non si limita alla semplice conoscenza, ma mira a promuovere atteggiamenti finalizzati alla crescita sociale. Perciò Dolci ha avuto un merito particolare nel concepire l'educazione come la possibilità che si offre a ciascuno di rendere la propria vita più creativa e di definirla come creazione continua, conferendo originalità a ogni persona e valorizzandone l’ unicità, dando la possibilità a ciascuno di incontrare l’altro e di comunicare.
Nonostante il suo animo poetico riusciva a non perdersi in voli pindarici, ma a rimanere con i piedi per terra e a valutare le difficoltà che l'uomo incontra nel suo cammino a causa della violenza, delle differenze e della prevaricazione. Perciò si impegnò in prima persona, con battaglie silenziose ma incisive, a costruire quel Borgo di Dio nel quale ognuno poteva trovare ospitalità e sentirsi umano, facendosi paladino di una società più giusta e più a misura d’uomo. Ciascuno cresce solo se sognato è il verso di una sua poesia ed è l'augurio che nel centenario della nascita di Danilo Dolci rivolgiamo a ogni bambino, perché il sogno di ciascuno diventi la realtà di tutti: ognuno di noi, a parere dell’autore, può crescere solo se fa parte del sogno di qualcun altro… e se i sogni si moltiplicano il mondo sarà certamente migliore.