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- Scritto da Valeria Carolina Paradiso
La nascita psicologica del bambino nel pensiero di M. Mahler
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Intorno agli anni '30 Margaret Mahler incominciò alcuni studi sullo sviluppo infantile, focalizzandosi sui bambini con psicosi.
I bambini con disturbo psicotico secondo M. Mahler non riescono a vedere l'oggetto umano nel mondo esterno e sono impossibilitati di interagire con esso. Il fatto di non riuscire a vedere l'oggetto umano nel mondo esterno sarebbe un'esemplificazione della sindrome autistica, mentre l'incapacità di interazione con un essere umano, se non a patto di vederlo come una parte inscindibile di sé, definisce la patologia simbiotica.
Verso il 1949 M. Mahler cominciò a pensare che le sindromi simil-schizofreniche infantili fossero in origine autistiche o simbiotiche.
Col suo gruppo di ricerca la Mahler sosteneva l'esistenza di un'origine comune della condizione umana e di conseguenza di un processo obbligato di separazione/individuazione nello sviluppo normale. In base a questo presupposto era maturata la credenza che le radici della psicosi infantile fossero situabili intorno all'anno e mezzo/2 anni circa del bimbo, periodo che coincide con la fase di separazione/individuazione.
La ricerca della Mahler mirava a identificare le 4 fasi della Separazione/Individuazione nel bimbo. Una conoscenza dei primi anni di vita del bimbo poteva servire forse per prevedere gravi disturbi psichici.
Lo studio parte dall'osservazione del singolo bambino, alla coppia della mamma-bambino o, all'avvicinamento della figura paterna, e altre figure esterne al bimbo per la socializzazione.
Seguendo la linea freudiana M. Mahler insiste nel considerare il neonato incapace di provvedere a sé stesso inizialmente. Al bimbo è perciò necessaria una figura di riferimento, appoggio, dalla quale dipende sia per sopravvivere fisicamente ma anche dipende per la cosidetta nascita psicologica. Questa si definisce come quel processo intrapsichico lento in cui la madre è un partner irrinunciabile. In particolare con la nascita psicologica il bimbo ha come esito l'instaurarsi di un senso di separazione dall'oggetto d'amore primario (mamma) e l'instaurarsi di un rapporto col proprio corpo ora visto come diverso da quello materno, e perciò l'individuazione del bimbo.
La separazione continuerà poi gradualmente per tutto l'arco della vita, anche se le conquiste base si hanno tra i 5 mesi e i 3 anni circa. Nell'adolescenza, secondo Blos, avverrà invece la seconda individuazione/separazione.
Lo sviluppo normale di un soggetto prevede 2 precursori senza i quali il processo di separazione/individuazione non si verificherebbe:
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FASE AUTISTICA NORMALE. E' datata intorno al 1 mese di vita. Qui il bimbo funziona come un organismo biologico; dorme, mangia dipendendo dalla mamma in tutto. Ciò permette al bambino di perpetuare le sensazioni sperimentate nell'utero materno. Sono già presenti alcuni riflessi importanti però come la suzione,rotazione, prensione, aggruppamento,che gli consentono di sopravvivere. Verso la fine del 1 mese di vita del bambino incomincia a scemare la mancanza di percezione quasi totale delle cure materne. Il bambino infatti acquisisce la sensazione vaga che ci sia qualcuno all'esterno di sé che lo soddisfa. A questo punto perciò si passa da un esclusivo rapporto di dipendenza materna a un primo contatto con l'ambiente esterno. Questo si realizza anche grazie al fatto che la mamma inizia a tenere più spesso il bimbo in braccio. La mamma viene ad essere inclusa nel guscio del bimbo. Ciò porta alla fase simbiotica con la mamma. Si sviluppa anche il sorriso sociale aspecifico.
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FASE SIMBIOTICA. Si sviluppa dal 2° mese di vita del bambino. Il termine simbiosi definisce un rapporto di mutuo beneficio tra due soggetti diversi, nel nostro caso la mamma ed il bambino. L'istinto di autoconservazione del essere umano è ridotto e ciò comporta che l'io rudimentale del bimbo sia sostenuto da quello materno. Per il bambino in questa fase non c'è ancora alcuna differenziazione tra l'interno e l'esterno, e la madre è ancora vista come un oggetto di conquista parziale.
Secondo la Mahler sono molto importanti anche i modi con cui la madre tiene il bimbo ed è responsiva nei suoi confronti. Ad es. il bambino allattato al seno da una madre che non lo culla, non lo guarda e non lo tiene in braccio svilupperà probabilmente in ritardo il sorriso sociale aspecifico.