Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXIV, n. 6 - Giugno 2024

  • Categoria: Editoriali

Le follie dell'imperatore

Il titolo non inganni: non è di cartoni animati, di Kuzko, Yzma e Pacha - protagonisti di un modesto film disney - che si leggerà in questo editoriale.
I nostri giorni non consentono questa leggerezza: un vero imperatore ha dato corso alle sue follie.
Non si tratta di Giorgio Bush e neppure di Antonio Blair. Troppo poco due uomini, seppur potenti, troppo facili come capri espiatori per tutto il dolore che scuote il Medio Oriente.

C'è uno stuolo di potenti, intorno. Da una parte alti militari, dall'altra imprese con grandi interessi economici. Capaci di inventarsi un pretesto per lanciare l'invasione: prima l'Afganistan, ora l'Iraq, domani … chissà. Pretesti personificati: Bin Laden il terrorista internazionale, Saddam il dittatore sanguinario. Vittime colpevoli probabilmente dei loro stessi estremismi, ma soprattutto di una campagna mediatica capace di rendere verosimile qualsiasi sceneggiatura.
Per tacitare le coscienze, si definisce "guerra di liberazione" ma l'assurdità non cambia: trecento-milioni-di-dollari ogni giorno per martoriare una popolazione già in ginocchio, per attizzare l'orgoglio nazional-religioso dei Paesi islamici, per seppellire ogni credibilità delle Nazioni Unite.
Fatti gravissimi di per sé. Ma dobbiamo dirci che le follie dell'imperatore non hanno risparmiato neppure l'educazione.
Da decenni stiamo crescendo le nuove generazioni al rispetto del prossimo, alla soluzione civile dei conflitti, all'espressione del pluralismo all'interno della democrazia. Abbiamo educato i nostri figli a comprendere le regole ed a rispettarle, ad aver fiducia nella giustizia, a non cercare una "vendetta privata" ai torti che subiscono.
I fatti di questi giorni sono la negazione di tutto ciò.


L'imperatore sta mostrando che l'unica ragione è quella della forza; egli dimentica la terribile lezione dell'ultima guerra mondiale e riafferma il principio dell'"homo homini lupus".
Con che coraggio possiamo continuare ad elargire buoni principi ai bambini che ospitiamo nelle nostre case e nelle scuole se non ci dissociamo, se non condanniamo questa follia?
L'imperatore sta sacrificando migliaia di vite umane e, con esse, i valori su cui abbiamo dolorosamente ricostruito nel secolo scorso la nostra civiltà. Sordo ad ogni monito, anche a quello di un caro vecchio Papa, l'imperatore ci sta portando una nuova epoca di barbarie, priva di ogni fede, scevra da qualunque religione.
La barbarie, scrive Michel Henry, che deriva dalla rottura di quell'equilibrio in cui "il sapere produceva il bene, il quale produceva il bello, mentre il sacro illuminava ogni cosa".
A questo punto - parafrasando Max Horkheimer - perché l'amore dovrebbe essere migliore dell'odio? Appagare l'odio (o perseguire i propri interessi) arreca molta più soddisfazione di ogni gesto di comprensione, di benevolenza o di perdono.
Non è questo il mondo che voglio per me, non per i miei figli e neppure per tutti quei "bambini d'altrove" di cui sono solo capace di immaginare il volto, prime vittime delle follie dei nostri giorni.


copyright © Educare.it - Anno III, Numero 5, Aprile 2003