- Categoria: Principi educativi, regole
- Scritto da Paola Marchionne
Troppo permaloso
Sono mamma di un bambino di 7 anni. Sin dalla prima infanzia ha manifestato vivacità intelligente. Sempre attivo, molto curioso, non petulante, affettuoso. Sicuramente non estroverso, molto sensibile. I suoi giochi preferiti sono quelli svolti con mio marito e, comunque, non elettronici; ha una passione spiccata per la storia e la scienza. Tutto bene, ma vi è un grosso (per lui) problema: è permaloso e, certamente, poco sicuro di se stesso. Vengo al sodo: a scuola un suo compagno (di carattere più forte e che mio figlio stima tantissimo) non perde occasione per deriderlo e quindi farlo deridere anche dagli altri, motivo per cui, quotidianamente, mio figlio non è contento e ciò si riflette su ogni sua azione. Aggiungo che non ha problemi per quanto riguarda l'apprendimento scolastico, anzi, secondo le maestre da' molte soddisfazioni, ma, per contro, è troppo autocritico, anche quando in realtà non servirebbe. Cosa posso fare per aiutarlo?
Grazie per la risposta.
Gentilissima mamma,
mi troverò con lei a fare una disquisizione che più volte ho fatto nelle mie consulenze, tutte le volte che ho parlato di CARATTERE, STILE PERSONALE, INDIVIDUALITA', TEMPERAMENTO.
Perciò mi sforzerò con lei di riprendere il tema in maniera ancora originale, "sversandolo" su un'ulteriore fronte, quello della AUTOSTIMA.
Deve sapere che, in mezzo a varie occupazioni, io lavoro con un folto gruppo, e con i loro genitori, di bambini e ragazzi affetti da una malattia cronica del metabolismo: tutti loro, come succede, è ovvio, a tutto il resto della popolazione mondiale, hanno periodi alterni di abbattimento, sia dovuti alla malattia che a loro cose personali. Proprio l'altra mattina, io e il medico col quale opero, avevamo davanti una di queste ragazze, la quale sta attraversando un periodo molto difficile.
Ad un certo punto il medico si gira verso di me e mi fa, con sguardo imperioso: "Qui ci vuole un po' di autostima!!". E io ho risposto:"Ecco, infatti: guarda un po' sul tuo prontuario se la trovi in pilloloni così ce la prendiamo un po' tutti!?".
Mi scusi la facezia, cara signora, ma è solo per riflettere sul fatto che sarebbe bello, no?
Sì, perché certe volte è facile dire agli altri, ma anche dire a se stessi: "Coraggio: amati un po' di più, fatti avanti, fatti valere!"..
..Eppure, sappiamo benissimo che non è facile, che non è automatico: perché l'autostima nasce o non nasce con noi, e si costruisce nel corso di anni, e subisce andamenti alterni, è suscettibile di variazioni che dipendono da quanti e come ci amano e da come riusciamo ad affrontare le cose della la vita, e anche da COSA essa ci riserva. Perché ci sono anche prove, obiettivamente, molto difficili, se non impossibili.
Ma veniamo al suo piccolo, del quale apprendo e confermo con piacere le abilità positive.
Una volta appurato (purtroppo?) che l'autostima in pasticche non si trova, possiamo anche provare a riflettere su chi, fra il suo bambino e il suo compagno, sia veramente il più forte: se lo è di più un ragazzino sensibile che sta cercando di crescere, o uno che si regge in piedi sulla derisione e sul dispiacere di qualcun altro, e anche sulla malizia che qualcuno, me lo consenta, deve avergli insegnato.
Però, se devo essere onesta, questo ragionamento non ci porterà a niente, anche perché, accanto a suo figlio, c'è un altro bimbo di 7 anni che non può essere considerato completamente responsabile delle sue azioni.
Ci conviene perciò spostarci sul piano di cosa si può realmente fare.
Molto si può fare in famiglia, sostenendo e curando questo bambino, aiutandolo a capire quello che gli piace e appoggiandolo nelle sue prime, (ma solo per noi adulti) semplici scelte, anche enfatizzando i suoi risultati scolastici con messaggi del tipo "Ma guarda di cosa sei capace!" e discutendo con lui aiutandolo a sviluppare insieme la sua capacità di autocritica, addolcendone la severità, spostandola anche sugli altri che nono possono mai essere perfetti, proprio come lui.
Spessissimo, infatti, i bambini soffrono del loro PENSIERO "DICOTOMICO", che li porta a vedere o tutto bianco o tutto nero, e a pensare che, se una cosa va male, va male anche tutto il resto.
Molto, però, si può fare A SCUOLA, ed è una strada che, secondo me, va tentata: quella cioè di lavorare sull'autostima con tutto il gruppo classe. D'altro canto, se il suo bambino è vittima non solo del compagno ma anche degli altri che questo riesce a trascinarsi dietro, il problema è piuttosto esteso. Perciò le insegnanti, oltre a sorvegliare, insegnare, modellare le buone relazioni fra i loro alunni, possono anche fare un lavoro specifico che potrà aiutare suo figlio a capire che non merita di essere preso in giro, ma anche i suoi compagni ad abbandonare poco costruttive modalità di scherno.
Mi permetto, a tal fine, di suggerire un valido testo, molto operativo:di Pope e altri, MIGLIORARE L'AUTOSTIMA, un approccio psicopedagogico per bambini e adolescenti, ed. Erickson.
1000 Auguri.
copyright © Educare.it - Anno III, Numero 12, novembre 2003