Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Un bambino stanco

Gentile redazione,
sono una maestra del doposcuola in una scuola dell'infanzia e mi occupo di circa dieci bambini dai tre ai cinque anni che si fermano sino alle 17.30 - 18.00. Tra questi c'è Giulio, un bimbo buono e un po' vivace che avendo cinque anni non dorme più il pomeriggio, la conseguenza è che nel tardo pomeriggio è stanco e diventa aggressivo, nervoso, litiga con tutti, piange e mi addolora vederlo così. Le maestre lo portano nell'aula del riposo ma lui non si addormenta e loro non possono certo obbligarlo a dormire.
Come posso aiutarlo a rilassarsi tenendo presente che lo spazio è una palestra e che ho altri dieci bambini? E come devo reagire ai capricci di un bambino stanco?
Grazie per la vostra gentilezza.

 

Cara collega,
sono stata anche io insegnante di scuola materna, e per me questa esperienza, nonché origine professionale, conta ancora moltissimo. Ricordo, comunque, che anche io mi chiedevo come mai, al pomeriggio, molti bimbi fossero addirittura intrattabili e perciò fosse faticoso, per me e per loro, vivere piacevolmente, come al mattino, il tempo scolastico. L’ho capito soltanto dopo, quando sono diventata mamma e quando ho lavorato presso strutture per bambini più piccoli di quelli in età da materna, strutture, di cui una di mia creazione, che prevedevano sempre uno spazio per i bambini con bisogno di riposare anche più volte nella giornata.

Va detto, a onor del vero, che i bimbi lasciano l’abitudine, peraltro sanissima e ricaricante, del sonnellino pomeridiano ad età abbastanza variabili, generalmente non prima dei 36 mesi e non la mantengono oltre i 4, 4 anni e mezzo di vita. C’è anche, e va detto, altrettanto a onor del vero, una “convenienza” della famiglia che, per così dire, “incoraggia” la scuola a non far riposare il proprio bambino nel pomeriggio per poterlo mettere a nanna abbastanza presto la sera, senza storie e senza capricci ed accoglierne il risveglio al mattino seguente.

Comunque, è davvero raro che un bambino di 5 anni, come il nostro Giulio, abbia fisiologicamente bisogno di riposare oltre alle consigliabili 12 ore notturne. Questo però non significa assolutamente che i bambini a scuola, dopo il pranzo, siano sensibilmente stanchi ed irritabili. Perciò, gentile maestra, ti risponderò in base a due splendidi articoli pubblicati sui numeri di Maggio e Ottobre 1997 della rivista "Bambini", ed. Junior,firmati dalla dott.ssa Paola Tonelli, psicologa e insegnante di scuola materna, intitolati QUANDO IL BAMBINO E’ STANCO. Innanzitutto, vengono attribuite le cause della stanchezza a:

  • affaticamento fisico e mentale probabilmente connesso alla prolungata relazione con i compagni, ai giochi motori protratti nel tempo, alle richieste del personale;

  • Saturazione psicologica probabilmente derivante sia dalla permanenza negli stessi spazi per molte ore (nei casi di pioggia per più giornate consecutive), sia dall’offerta di attività ad, esempio, analoghe a quelle del mattino;

  • Nostalgia nelle ore pomeridiane, senso di abbandono, gelosia, isolamento: difficoltà probabilmente derivanti dalla prolungata assenza da casa.

Appurata la situazione di stanchezza, si può provare a pensare di partire dalla propria di esperienza di affaticamento per capire i bambini.
Quando siamo stanchi ci disturba:

  • Il rumore

  • Il chiasso

  • Le urla

  • Il caos, la confusione

  • Il nervosismo

  • Parlare in tanti

  • Le riunioni

  • Il traffico

  • Le brutte notizie

  • Le persone intorno

  • Ascoltare le persone

  • Le discussioni

  • L’invasione dello spazio vitale

  • Venire disturbati

  • Gli scocciatori

  • I genitori che trovano difetti

  • Parlare

  • Rispondere

  • Le domande

  • Le richieste

  • Essere disponibili

  • Controllare il comportamento

  • I bambini che piangono

  • Non avere amici intorno

  • Fare lavori per forza

  • Concentrarsi

  • Studiare

  • Leggere

  • Parlare di cose serie

  • Fare più cose insieme

  • Gli sforzi fisici

  • I lavori di motricità fine

Quando siamo stanchi ci aiuta:

  • Stare soli

  • Stare in silenzio

  • Stare in penombra

  • Essere lasciati in pace

  • Fare niente

  • Non avere impegni

  • Girovagare per casa tranquilli senza essere disturbati

  • Sdraiarci per dormire, riposare, pensare, prendere il sole

  • Ascoltare la musica a basso volume

  • Guardare un film

  • Prendere un caffè, un gelato, una sigaretta

  • Trovare la cena pronta

  • Sfogliare riviste/fotografie

  • Leggere libri non impegnativi

  • Leggere libri interessanti

  • Scrivere

  • Telefonare/chiacchierare con gli amici

  • Avere intorno persone morbide/comprensive

  • Svolgere un lavoro ripetitivo: stirare, fare la maglia, ricamare

  • Un’attività manuale non impegnativa: ordinare cassetti, fare dolci, disegnare

  • Puzzle, cruciverba

  • Andare a spasso senza scopo

  • Guardare le vetrine

  • Camminare in ambienti naturali

  • Fare un giro in bicicletta

  • Correre.

Da riflessioni-intuizioni di questo tipo, può nascere la progettazione di attività libere ma ricche:

  • Impegnarsi a limitare il rumore, organizzando giochi su come muoversi senza far rumore; parlando con un tono di voce più basso, facendo giocare con le costruzioni sopra un tappeto; usando, sul tavolo, dei tappetini per i giochi rumorosi; utilizzando il corridoio.

  • Favorire l’isolamento: creando situazioni dove i bambini possono isolarsi/sdraiarsi (tappeti morbidi); non facendo proposte uguali a tutto il gruppo; creando un angolo soft molto ristretto (2m. x 1m.) separato da un tulle che scende dall’alto; utilizzando il tappeto alla giapponese; creando angoli dove, all’interno, sistemare un cesto con libri e pupazzi; utilizzando due tappeti invece di uno; favorire un rilassante contatto con l’acqua; uso delle sabbiere e delle vasche, giochi di travaso; predisporre grembiuli plastificati o sacchi di plastica come grembiuli, un cambio e un phon.

  • Organizzare attività manuali non impegnative: acqua e sabbia per pasticciare; acqua e farina per pasta di sale bianca e colorata; sabbia e legnetti; una scatola piena di cianfrusaglie da scoprire, osservare, ordinare; una scatola bricolage con legnetti, scotch, elastici, spaghi, cordoncini, pasta, colla, ecc.; una scatola per il collage con mosaico, stoffe, cartoncino, vinavil, ecc.

  • Far ascoltare della musica: utilizzando un tappetone con un registratore; scegliendo con cura brani rilassanti.

  • Organizzare attività di disegno “diverse”: facendo disegnare su quadernini piccoli fatti dall’adulto; facendo colorare libri piccoli preparati dall’adulto; utilizzando varie tecniche illustrative.

Ad ogni modo, da insegnante sicuramente scrupolosa, non tralasciare, oltre al confronto con le colleghe che possono informarti sul vissuto scolastico mattutino di Giulio, il contatto con la famiglia per acquisire informazioni sulle abitudini quotidiane del bambino, per sondare, ad esempio, se dorme un congruo numero di ore, ma anche sul suo carattere e modo di fare.

Spero di averti dato abbastanza spunti
Cordiali saluti.

 


copyright © Educare.it - Anno II, Numero 6, Maggio 2002