Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Bimbo di 5 anni con disturbi /difficoltà comportamentali

bimbo 5 anniMarco ha 5 anni e come figura di genitore ha solo me (il padre ci ha lasciato appena scoperta la gravidanza). Fino ad un mese vivevamo con i miei genitori, ora viviamo io e lui poco lontano dai nonni.
Marco con gli adulti è molto bravo e rispettoso. Il problema è con i suoi compagni specie con quelli più piccoli o a detta delle sue maestre più deboli. Se non ottiene quello che vuole alza subito le mani e ha questi scatti di rabbia. La sua maestra ha provato a girare la questione non dal punto di vista del perché lo fai ma dal punto di vista del "perché questa cosa/ situazione ti spaventa e reagisci così?". Ha ottenuto un pianto a dirotto e poco altro...

Premetto che come le da le prende anche. A volte arriva a casa con graffi o morsi. Quando gli chiedo cosa è successo lui si rinchiude in se stesso e non dice più nulla... Abbiamo istituito l'angolo della verità senza castigo, il cerchio delle emozioni e una mezz'ora ogni giorno di "comanda Leo"... Senza risultati. Ora mi hanno suggerito di portarlo da una pedagogista.

Ma vorrei tanto aiutarlo perché spesso lo vedo spaesato e solitario anche al parchetto o in mezzo ad altri bimbi... Di contro portato in un posto nuovo con play zone è partito alla grande a giocare con tutti i bimbi (tutti sconosciuti) tanto da fare i capricci al momento di andare (e direi meno male!!)... Capisco che la mancanza di una figura paterna possa influire su questi atteggiamenti però vorrei capire come aiutare Marco ad interagire meglio con gli altri bimbi.

 

Gentile signora, 
mi sembra che vi siate mossi nei modi più opportuni. Quello che manifesta il piccolo Marco è sicuramente un comportamento problema. L’approccio ai comportamenti problema quali l’aggressività verso i pari si basa sull’idea di un intervento non repressivo e non punitivo ma volto invece a favorire lo sviluppo di competenze comunicative e interpersonali alternative.
Fondamentale si rivela l’alleanza tra chi condivide la responsabilità di cura del bambino: genitori, insegnanti, psicologi, personale medico.
Nel caso specifico Lei ha fatto riferimento ad un confronto con le insegnanti; questo è molto buono. Il comportamento di Marco nelle diverse situazioni da Lei attestate ritengo vada documentato in tutti i suoi processi.
Mi spiego meglio: dobbiamo capire perché questo comportamento problema si manifesta.
Per comprenderlo dobbiamo individuare tutte le variabili che ci sono nei contesti nei quali Marco ha questi momenti di crisi. Nel suo caso parliamo di casa e scuola. Il piccolo gruppo di lavoro (le insegnanti e la mamma) ha bisogno di ricorrere a strumenti di osservazione, scale o griglie strutturate aiutandosi con elenchi già predisposti.
Lei compilerà la sua griglia in relazione ai comportamenti di Marco a casa. Consegnerà una ulteriore griglia di osservazione ai docenti che la compileranno in riferimento alle prassi adottate da suo figlio a scuola.
Questi strumenti possono servire poi per confrontare in modo sistematico (tutti i giorni e/o tutte le settimane per esempio) le percezioni e le valutazioni fatte dal gruppo di lavoro (Lei e le maestre). Il passaggio successivo a mio avviso dovrebbe essere quello di coinvolgere nel vostro piccolo gruppo di lavoro altre figure quali il pediatra e lo psicologo.
In primis al pediatra Lei signora riporterà questi strumenti di osservazione da Lei e dalle insegnanti compilate. Sarebbe opportuno accompagnare questi strumenti con una relazione scritta delle maestre dove si esplicita nel dettaglio cosa fa Marco: come è strutturato il contesto classe, il setting della classe, i suoi comportamenti generali, le sue attitudini e preferenze, quali sono i comportamenti problema che emergono nel corso della giornata scolastica, cosa sta accadendo prima della crisi, come reagisce alla riprensione dell’adulto, il comportamento con i pari ecc.
Il pediatra in base a ciò avallerà la sua richiesta di confronto con la figura dello psicologo (ciò se il percorso che intende intraprendere si rifà al Servizio Sanitario Pubblico. Altrimenti può contattare privatamente uno Psicologo ed esibire allo stesso i suddetti strumenti).
Si ricordi che l’alleanza sta alla base dell’intervento psicoeducativo: allearsi con Marco per comprendere il significato del suo comportamento, allearsi con i suoi bisogni espressi in modo problematico, allearsi tra persone di riferimento educativo per decidere una strategia comune e condividere i disagi vissuti al manifestarsi di questi comportamenti.
In rete signora ci sono a disposizione diversi modelli di griglie di osservazione che potrebbero fare al caso suo.
Può semplicemente, attraverso un breve schema strutturato con excel (come questa sotto proposto), una sintetica griglia annotare:

giorno /ora

cosa sta facendo marco in quel momento

cosa accade prima della crisi (cosa stava facendo marco)

cosa avviene nel momento di crisi/episodio aggressivo

cosa accade subito dopo i tentativi del genitore/ insegnante di arginare tale comportamento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In questa griglia, modificabile, allargabile, salvandola semplicemente in un file word, lei può annotare a penna e/o al computer (come preferisce) le sue osservazioni e fornire una copia dell’analoga griglia ai docenti.
Questi due strumenti, utilizzati per un lasso di tempo ragionevole (1 mese per es.), possono costituire una preziosa fonte di informazioni per il pediatra e allo psicologo che analizzeranno in maniera funzionale la situazione.

Le consiglio anche la lettura di questi articoli in pdf che può trovare digitando la seguente estensione:

http://www.istruzione.lombardia.gov.it/sondrio/wp-content/uploads/2012/06/Analisi-funzionale-e-valutazione-degli-antecedenti.pdf

http://www.ring14.org/upload/1323076190-2.pdf

In bocca lupo cara signora. Mi faccia sapere come va.

 


copyright © Educare.it - Anno XVII, N. 02, Febbraio 2017

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