Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 4 - Aprile 2025

Parla male a tre anni

Sono la mamma di una bambina di quasi tre anni, Alessia, e mi preoccupa molto il ritardo nel suo linguaggio.

Alessia e' una bambina felice, attiva, sempre sorridente e allegra che, sebbene riesca a pronunciare da tempo alcune parole come "acqua", "occhi", "accipicca" o mi chieda "chi e'?" quando bussano alla porta, si rifiuta di dire alcune parole come ad esempio "macchina" pur sapendo pronunciare le sillabe, prese separatamente, "ma-mma", "chi"! Lo stesso per un'altra parola: "bella" non riesce a pronunciarla, ma sa dire separatamente "be" e "lala". Sa dire "mucca", ma non "cavallo". Il cane per lei e' "bau bau", il gatto, "miao miao". Il pesce e' "pepe" e la pasta e' "pappa" Ma se le viene chiesto come si chiama risponde subito: "Alessia".

Ho dimenticato di premettere un'importante informazione: VIVIAMO NEGLI STATES e la bimba, sebbene a casa abbiamo deciso di parlare sempre in italiano, comunque ascolta quotidianamente la tv in inglese e, a volte, riesce ad estrapolare dal contesto le singole parole a lei note in quella lingua. Ad esempio "big hug" che lei stessa ha appreso da sola guardando i teletubbies o altre paroline in inglese "wiggles", "honey", "bear" . Alcuni mesi fa siamo stati a Orlando, ebbene in mezza giornata ha imparato a dire: Pumba, Pluto, Minnie, Kiki (Mickey), Pooh, Tigger, Duck... come ha fatto, mi chiedo?

Io e Alessia torniamo spesso in Italia, ogni 3, 4 mesi circa, e anche questo andirivieni e' causa di stress per la bimba che vive un rapporto simbiotico troppo stretto con me, non frequenta l'asilo e non ha occasione di giocare spesso con altri bambini! Il suo linguaggio e' molto limitato e, sebbene sia molto attiva e socievole, nell'esprimersi e' piuttosto pigra: "mamma lattuccio", "papi/daddy qui", "mamma e papi" "ciao nonna/ bye bye nonna" "ciao tia/bye bye tia", "come on", "tira ball", "bye bye baby/ ciao bimba", "mamma bua", "corri corri", "cadi cadi", "ninna nanna" "dommi letto" sono esempi delle frasi che dice di solito.

Le scrivo per avere il consiglio di un'esperta... il problema e' che, vivendo negli Usa mi sembra poco pratico rivolgermi a un logopedista americano che le parlerebbe in inglese! La bimba compira' tre anni a fine luglio e noi dovremmo rientrare definitivamente in Italia a fine dicembre...che cosa faccio aspetto di tornare in Italia... magari Alessia riesce a sbloccarsi da sola. O e' meglio intervenire subito? O, forse, sono io a pretendere troppo?

La ringrazio anticipatamente per i consigli che vorra' darmi.
Un caro saluto

Chiara.

 

Buongiorno Sig.ra Chiara
La descrizione che fa della sua bambina è decisamente precisa, attenta e amorevole.

Il primo elemento che emerge è che Alessia è una bambina molto comunicativa. Il secondo è una buona capacità di apprendimento lessicale (cfr. i nomi dei cartoons in poche ore, o l'estrapolare parole dal contesto delle storie in tv). Però a tre anni il linguaggio dovrebbe essere più ampio sia nell'organizzazione sintattica, sia nella ricchezza lessicale, sia nella precisione articolatoria.

Lei usa termini come "rifiuto", "è pigra": non sono l'interpretazione esatta.

I ritardi di linguaggio hanno origini ben definite e quando un bambino non parla bene non è certo per caratteristiche del suo carattere. (Le manifestazioni di difficoltà psicologiche hanno caratteristiche ben differenti). Quando un bambino non parla bene e l'evoluzione del suo linguaggio è percepita dai genitori come "lenta" è decisamente opportuna una valutazione clinica che determini il livello di sviluppo nelle diverse dimensioni e l'eventuale necessità di un intervento rieducativo oppure semplicemente la necessità di un monitoraggio dell'evoluzione.

Quindi ha ragione di pensare di rivolgersi ad esperti per una valutazione clinica precisa, ma è anche ben motivato il dubbio di rivolgersi ad un logopedista di lingua inglese.
Ora le possibilità, come del resto sono già chiare per Lei, sono due: o aspetta il rientro in Italia, oppure cerca un esperto a Greenville.
Nel primo caso può, con tranquillità, organizzare l'inserimento in una scuola materna e contemporaneamente cercare un esperto che avvii il percorso diagnostico, sia con le valutazioni cliniche che portino ad una diagnosi precisa sia con Questionari di Valutazione che sono proposti ai genitori per raccogliere elementi nel linguaggio quotidiano e per guidarli nell'osservazione dello sviluppo del linguaggio.
Talvolta l'uso di Questionari di Valutazione diventano un monitoraggio che permette di orientare i piani successivi di valutazione: se il linguaggio non si amplia ed evolve, si intraprendono livelli successivi di indagine per arrivare a definire la diagnosi precisa.
Nel secondo caso può anticipare i tempi e cercare nella sua zona un clinico che le possa comunque proporre il questionario di Valutazione (ovviamente in italiano), cercando di individuare attraverso le sue valutazioni il livello di sviluppo del lignaggio di Ania. È l'unica possibilità, al momento, che penso attuabile, considerando che Alessia non parla inglese.

Scelga l'opzione meno complicata.

Può permettersi una certa "calma", anche nel caso di iniziare le valutazioni al vostro rientro in Italia. Lei sembra già consapevole di un possibile ritardo di linguaggio di Alessia, quindi pronta ad iniziare gli eventuali interventi appropriati, ed è altrettanto vero che Alessia sembra usare molto le parole che ha disposizione, che non frequenta la scuola dell'infanzia, che non ha molte possibilità di giocare con atri bambini, che vive in mondo bilingue ma le sue relazioni significative sono in italiano.
Questi elementi portano a considerare l'ipotesi che Alessia presenti un semplice ritardo che potrà recuperare con la frequenza alla scuola dell'infanzia. È infatti esperienza comune incontrare bambini che recuperano il ritardo con la frequenza quotidiana in un mondo di coetanei

Nel frattempo le consiglio di fare due cose: la prima è fare un esame audiometrico, per escludere perdite uditive anche di lieve entità, di cui non ci si accorge senza l'esame. (Esame che si fa in ogni valutazione per ritardo di linguaggio e dove non è importante la lingua: può fare lei da mediatore con l'audiometrista).
La seconda è di cercare per Alessia anche piccole possibilità di gioco con altri bambini: nel gioco i bambini sanno andare al di là della lingua, per fortuna.

 


copyright © Educare.it - Anno IV, Numero 12, Novembre 2004.