- Categoria: Immaturità, ritardo nello sviluppo
- Scritto da Fabrizio Zonato
Controllo sfinterico
Siamo i genitori di Andrea, un bimbo di 4 anni, ultimo di altri due figli di 8 e 6 anni con cui non abbiamo avuto questo "problema". In famiglia ci sono altri tre figli accolti (in affido) di 10, 13 e 14 anni. La famiglia è unita e soprattutto il piccolo Andrea si concepisce fratello di tutti alla stessa maniera, essendo nato dopo l'arrivo degli altri bambini in affidamento.
Andrea frequenta regolarmente il secondo anno di scuola materna ed è seguito da un anno e mezzo dalla logopedista per un disturbo del linguaggio che è ormai rientrato nella normalità: usava solo 4 vocaboli in tutto e si organizzava autonomamente per tutto ciò che gli serviva.
Tutt'oggi Andrea preferisce fare i suoi bisogni (feci) nel pannolino oppure si apparta e la fa nei pantaloni piuttosto che usare il bagno come invece succede con la pipì. Andrea usa il pannolino solo la notte: di solito gli viene messo prima di cena, all'ora del bagno, anche perchè spesso è lui che lo chiede.
Inizialmente abbiamo forse troppo insistito perchè lui facesse i suoi bisogni in bagno e sembra che dopo le nostre insistenze si sia come rifiutato. Le rare volte in cui va a fare "la popò" in bagno poi vuole vederla, vuole vedere dov'è e in questo viene assecondato. Spesso ci fermiamo al bagno con lui, leggendo una storia o guardando insieme un giornaletto, ma non c'è molta risposta. Abbiamo provato anche con le riduzioni per il water, i rialzi, il ritorno al vasino, ecc... Certi giorni lo cambiamo anche tre o quattro volte, soprattutto se trattiene il suo bisogno per uno o due giorni. In questi giorni la nostra pazienza ha un limite.... ci rendiamo conto che non è un bene ma siamo umani oltre che genitori... così viene anche sgridato a voce. Sembra che abbia ancora tanto bisogno di essere curato e pulito come un piccolino, sembra che questo trattenere le feci sia come rifiutare di crescere, sembra che abbia un qualche tipo di relazione con il recupero molto veloce dei disturbi di linguaggio....
Sembra tante cose ma non riusciamo a trovare una strategia corretta per aiutarlo. Abbiamo anche provato, come ci ha suggerito la logopedista, a dargli degli orari ma si rifiuta di entrare in bagno, dicendo che non gli scappa.
Speriamo in un consiglio, grazie.
Gentili Signori,
la situazione che state vivendo ha una definizione precisa: ENCOPRESI. Molti dei riferimenti che ci offrite infatti ne evidenziano le caratteristiche.
La chiamo "situazione" e non "problema", perché prima di tutto vorrei pensare ad una modalità che Andrea sta mettendo in atto per affrontare alcune difficoltà che la sua giovane vita gli sta ponendo di fronte.
L'ENCOPRESI o "perdita di feci psicogena", cioè di natura funzionale più che organica, è spesso frequente in bambini di 4 anni soprattutto maschi e si può presentare anche dopo aver avuto per un periodo di qualche mese il normale controllo.
Naturalmente prima di poter parlare di perdita di feci su base psicogena bisogna aver escluso, attraverso visite mediche, l'esistenza di qualsiasi altra patologia organica a carico dell'intestino.
Si manifesta in diversi modi e per svariate e differenti ragioni; quello che è certo è che vi è una sorta di sovrapposizione emotiva che contribuisce all'insorgenza, al mantenimento e all'esacerbazione dei sintomi. Il trattenere crea stitichezza e quindi come conseguenza si ha una costipazione di tipo funzionale o ENCOPRESI; il comportamento dei bambini in queste circostanze è caratterizzato dalla comparsa di tipici atteggiamenti del corpo e del viso: natiche strette, gambe incrociate, deambulazione sulle punte dei piedi saltellando qua e là per la casa senza un motivo apparente ed è durante tali episodi che si hanno piccole perdite fecali.
Le cause potrebbero essere ricondotte all'educazione al vasino troppo precoce e/o coercitiva, frequente instabilità emotiva caratterizzata da una vasta gamma di manifestazioni tra cui intense risposte motorie associate a scarsa espressività del viso, eccessiva sensibilità nei confronti delle critiche, stato ansioso con facilità al pianto ecc.... Altre cause potrebbero essere cercate in bizzarre preferenze alimentari, in stili di vita troppo sedentari o, addirittura, nella difficoltà ad interrompere le proprie attività ludiche.
In ogni caso, il bambino è concentrato in uno sforzo il cui unico fine è quello di non evacuare. E' uno dei primi poteri che ciascuno di noi impara ad esercitare: dal momento in cui si intuisce che le evacuazioni compiacciono i genitori e che il bambino è in grado di trattenerle a suo piacere, l'evacuazione diventa un modo per conquistare l'approvazione di mamma e papà e la non evacuazione un modo per esprimere la propria volontà.
Il modo in cui vi siete mossi finora testimonia una attenta ed accurata modalità di affrontare tale circostanza; siete stati indubbiamente molti cauti e pazienti ma soprattutto attenti ai bisogni di vostro figlio. Quasi sicuramente siete riusciti ad intravedere una specifica causa che possa aver fatto scatenare tutto ciò, ovvero l'improvvisa risoluzione di una difficoltà di Andrea, quella legata al linguaggio. E' vero che il piccolo Andrea ha ancora molto bisogno di mamma e papà, come è vero che possa desiderare di essere ancora piccolino e bisognoso di cure primordiali.
Quella che evidenziate potrebbe essere una forma transitoria e regredire dopo qualche altra settimana di attenzioni, modificando magari gli aspetti della realtà quotidiana che ne potrebbero essere all'origine. Provate ad offrire al vostro bambino momenti di esclusività maggiore con mamma e papà, ancora pronti, ancora presenti, ancora disponibili. Unitevi magari dei massaggi addominali o dei bagni rilassanti che portino Andrea ad uno stato di quiete interiore. Poi naturalmente tentate col vasino, senza tenerlo seduto troppo a lungo, lasciando che si alzi non appena appare insofferente.
Se potete, non rimproveratelo in caso di insuccesso, gratificandolo al contrario se riesce a scaricarsi. Continuate a permettergli di osservare cosa ha prodotto, senza adottare esclamazioni di ripugnanza perché per Andrea le feci sono una parte di sé. Infine cercate un'alimentazione ricca di fibre.
Se la situazione diventasse ingestibile val la pena di consultare uno specialista, neuropsichiatra o psicologo dell'età evolutiva.
Mi auguro di essere riuscito ad offrirvi un quadro tecnico della situazione che state vivendo, in modo che vi possiate orientare nel miglior modo possibile.
Non perdetevi d'animo, siete una famiglia ricca di risorse.
copyright © Educare.it - Anno V, Numero 2, Gennaio 2005.