- Categoria: Immaturità, ritardo nello sviluppo
- Scritto da Luciano Pasqualotto
Mia figlia di 10 anni
Gentilissimi, ho una figlia di 10 anni in 4^ elementare.
E' sempre stata una bimba disattenta, non partecipativa, non ascoltante, istintiva.
A 5 anni, portata in un centro e vista da una neuropsichiatra, è stata definita di livello cognitivo borderline.
A scuola i tempi di applicazione erano lenti tendente a non fare.
In 4^ la situazione è notevolmente migliorata anche i tempi di attenzione e concentrazione prolungati, migliorato molto il senso di responsabilità, l'autonomia e un po' la relazione con gli altri anche se tendenzialmente tende a stare sempre con le stesse bambine un po' immature.
Nelle ultime valutazioni il suo livello di sviluppo, se pur migliorato, si colloca ai limiti inferiori di norma per età ed omogeneamente distribuito. Maggiormente deficitaria è risultata la capacità di trarre informazioni dall'ambiente educativo e famigliare sociale che è, per me madre, la cosa più delicata e frustrante. Sembra, a volte, che le cose le passino intorno senza sfiorarla o interessarla minimamente e così non capta, non assimila, non impara o comunque molto poco.
La mia preoccupazione riguarda ovviamente il futuro. Chiedo se, in linea generale e statistica, quale tipo di evoluzione e iter scolastico e di vita possono avere questo tipo di bambini. Questa è la domanda di cui mi premerebbe una qualche risposta perché ora vedo tanta nebbia.
GRAZIE.
Gentile signora,
da quanto ci scrive non riusciamo a ricavare alcune informazioni importanti per poter offrire un parere ponderato.
Un livello cognitivo borderline a cinque anni può essere affatto significativo se non si conoscono almeno gli strumenti attraverso cui è stato rilevato.
Un'osservazione analoga quando scrive che "nelle ultime valutazioni il suo livello di sviluppo, se pur migliorato, si colloca ai limiti inferiori di norma per età ed omogeneamente distribuito". Subito dopo afferma che "maggiormente deficitaria è risultata la capacità di trarre informazioni dall'ambiente educativo e famigliare sociale" e ciò ci confonde rispetto all'omogeneità delle prestazioni di sua figlia.
Le difficoltà di attenzione possono infatti, da un punto di vista psicopedagogico, essere ascrivibili a cause diverse dall'efficienza cognitiva.
Esiste anche la possibilità di interferenza di fattori emotivi, legati ad esempio alle relazioni familiari, a quelle scolastiche. A questo riguardo sarebbe stato importante sapere se questa vostra bambina è figlia unica, quali sono i suoi rapporti con papà e mamma ... e via dicendo.
La nostra esperienza professionale ci ha portato poi a conoscere situazioni in cui bambini e bambine, dietro ad alcune "stranezze" come quelle che lei descrive, nascondo delle piccole incapacità, una sorta di "miopie" cognitive verso alcuni compiti (ad es. di tipo visuo-spaziale). Escludere carenze di questo tipo aiuterebbe a formulare sia un percorso di aiuto, sia una prognosi rispetto all'evoluzione della situazione, che comunque lei descrive come "notevolmente migliorata".
Questo dato va sempre colto come segnale positivo e deve portare a guardare con fiducia alle prossime tappe di sviluppo. Non escluda comunque la possibilità di ricorrere ad un parere (e ad un aiuto) diverso da quello neuropsichiatrico.
copyright © Educare.it - Anno I, Numero 1, Dicembre 2000