Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Epilessia e lentezza scolastica

Buongiorno, sono la mamma di Paola, una bambina di 9 anni che frequenta la quarta elementare.
Paola fino dai primi anni di vita ha manifestato comportamenti particolari tipo: difficoltà a rapportarsi con i coetanei (ha sempre preferito il rapporto con i bambini più piccoli di lei), difficoltà a condividere le attività svolte alla scuola materna (tendenza ad isolarsi e "raccontarsi storie da sola"), difficoltà nello svolgere giochi particolarmente impegnativi, facile scoraggiamento e rinuncia davanti alle difficoltà, oltre ad uno sviluppo sia fisico sia psicologico lento rispetto alle fasi di crescita.

Per tutti questi motivi alla fine dei tre anni di scuola materna chiesi se era possibile rimandare l'ingresso alle scuole elementari all'anno successivo (oltretutto Paola è nata il 30 dicembre!) ma davanti a questa richiesta mi si sono presentate diverse difficoltà. Infatti per questa prassi è prevista una "certificazione" (parola orribile....) che attesti dopo valutazione dell'USL le difficoltà del bambino, in più il Direttore Scolastico a cui mi sono rivolta per chiedere un consiglio mi disse che non dovevo essere così apprensiva... Spaventata dalle risposte alle mie domande lasciai perdere e purtroppo le difficoltà si sono poi ampiamente confermate fin da subito. Paola comunque è andata avanti con grosso sforzo suo, della famiglia e anche degli insegnanti che devono spesso sostenerla perché i suoi ritmi sono più lenti anche se, a livello di competenze non ci sono grossissimi problemi se non in matematica. La matematica per Paola è un grosso scoglio e purtroppo la sfortuna ha voluto che proprio in questa materia l'insegnante non sia assolutamente in grado di gestire la situazione.

Nel settembre 2001 sono insorte in Paola crisi epilettiche, e da qui sono partiti tutta una serie di accertamenti che piano piano ci stanno fornendo risposte alle tante domande che da qualche anno ci poniamo. Paola è seguita da una psicologa del servizio USL che ha seguito e sta seguendo tutta la storia. Il quesito che devo risolvere oggi è: può essere utile far ripetere la 4° elementare alla bambina, viste le difficoltà (soprattutto in matematica, penso che un altro anno con la stessa insegnante sarebbe un altro anno perso) e visto che quest'anno a causa delle crisi (che nonostante la cura la bambina continua ad avere) Paola ha perso parecchi giorni di scuola. Mi chiedo, e so che la risposta non esiste!!, può essere meglio che Paola ripeta la classe avendo una maturità maggiore e con competenze che comunque ha in parte già acquisito visto che ha già frequentato la stessa classe, rafforzando forse la sicurezza di sé e recuperando un briciolo di autostima... oppure questa scelta potrebbe rappresentare un ulteriore "smacco" per lei che si sentirebbe ancora una volta "non all'altezza dei suoi coetanei"? Preciso che nel frattempo ho richiesto la "certificazione" della bambina per affiancarle un insegnante di sostegno (dovrei riuscire a far si che il sostegno parta già dall'anno in corso).

Il quadro sarebbe molto più lungo e complesso, ma a grandi linee la situazione è questa, mi chiedo se per prendere questa decisione posso approfittare dell'esperienza di qualcuno che può conoscere casi analoghi.

 

Carissima signora,
pur non conoscendo il tipo di Epilessia diagnosticato posso dirle che spesso le conseguenze dell'epilessia, sia a causa degli effetti conseguenti all'assunzione di farmaci antiepilettici, sia per le scariche epilettiche e il disorientamento causati dalle crisi, sono associate a difficoltà di concentrazione sui compiti, difficoltà a mantenere e recuperare informazioni in memoria, facile esauribilità e, talvolta, difficoltà percettive.

In molti casi, pur essendoci delle capacità intellettive nella norma, queste conseguenze portano i bambini con epilessia ad avere un basso rendimento scolastico, demotivazione ed alla necessità di interventi specifici.

Oltre a quanto detto consideriamo che, l'imprevedibilità delle crisi porta inevitabilmente a vissuti di ansia, sia da parte dei genitori che del bambino, che può influenzare la concentrazione e lo svolgimento delle normali attività quotidiane.

I bambini che si rendono conto delle loro difficoltà possono avere dei sensi di inferiorità nei confronti dei compagni ed una scarsa autostima. È importante quindi cercare di offrire a Paola situazioni che riescono ad aumentar la sua autostima, a gratificarla, a motivarla; assegnargli dei compiti che rientrano nelle sue possibilità, permetterle di esprimersi attraverso attività psicomotorie e attraverso il disegno, praticare sport insieme ad uno o entrambe i genitori ecc.

Frequentare una classe dove può avere un rendimento scolastico simile a quello dei compagni e svolgere attività comuni può sicuramente renderla più sicura e fiduciosa nelle proprie capacità; certamente la collaborazione tra le figure educative che sono suoi punti di riferimento come i genitori, le insegnanti di classe, l'insegnante di sostegno e i medici che seguono la bimba, può facilitare il suo percorso formativo e offrirle una maggiore sicurezza.

 


copyright © Educare.it - Anno II, Numero 9, Agosto 2002