- Categoria: Difficoltà a scuola
- Scritto da Luciano Pasqualotto
Lentezza
Ho un bambino di 8 anni (nato a fine anno) che frequenta la terza elementare.
A scuola va volentieri ma è spesso fra le nuvole. Se lasciato organizzarsi da sé rimane rapito da qualsivoglia distrazione (guardare i compagni, piuttosto che in giro) senza preoccuparsi del tempo che passa e di cominciare a lavorare. Se viene sollecitato personalmente dall'insegnante comincia ad eseguire il compito, ottenendo spesso risultati più che soddisfacenti (la pagella varia da buono ad ottimo) ma rimane il fatto che lui è spessissimo l'ultimo a finire e gli altri lo devono aspettare.
La sua indole tranquilla e pigra lo accompagna in generale in tutte le sue attività.
Predilige i compagni meno aggressivi e vivaci con i quali è disposto a fare sia giochi di imitazione degli adulti, giochi di fantasia o giochi di gruppo (a rincorrersi ecc. ...). Se qualcuno gli fa uno sgarbo spesso non si difende ma rimane male senza nulla obiettare al compagno.
E' un bambino buono e sensibile, ma con poco spirito di iniziativa.
Se gli viene dato un compito a casa da svolgere durante una breve assenza dei genitori (concordata con lui di poco più di mezz'ora) si rivela diligente e svolge quanto richiesto.
E' molto sincero anche quando una bugia potrebbe essere apparentemente più conveniente (non verrebbe sgridato).
La sua lentezza è soltanto un'indole che lo accompagnerà per sempre e con la quale bisogna convivere senza magari accentuarla troppo nei suoi confronti?
Come eventualmente potremmo stimolare la sua AUTONOMIA DI INIZIATIVA?
E' meglio "stargli addosso" in continuazione per smorzare sul nascere le sue distrazioni o è meglio non forzare troppo accontentandosi di aspettare che maturi da solo?
Gentile Signora,
nella sua richiesta ci descrive un bambino che presenta una indole caratterizzata da una certa lentezza, che in alcuni casi diventa anche mancanza di iniziativa.
Per il resto è un "bambino modello", sensibile e per nulla aggressivo, bravo a scuola, affidabile a casa, aperto e sincero.
Ci chiede se val la pena di forzare questa sua indole.
Direi decisamente di no, finché la sua lentezza non gli è di ostacolo nel fare ciò che gli vien chiesto. E semmai lo diventasse, ancora varrebbe la pena di chiedersi se sia "tutto il resto" che va troppo veloce.
Cara signora, a dispetto di quello che potrebbe sembrare, non sto affatto banalizzando.
Più volte mi sono trovato a confrontarmi con situazioni di bambini "lenti".
A volte la lentezza è dovuta a immaturità funzionale (anche il suo bambino è nato alla fine dell'anno), ma più spesso ad un temperamento che potrebbe essere invidiabile se tutto non corresse a velocità così elevate.
Francamente sono sempre stato del parere che non è il caso di farne un problema al bambino finché egli, pur arrancando un po' per finire i suoi lavori, riesce a tenere il passo con i suoi coetanei.
Se volesse favorire lo sviluppo di una "autonomia di iniziativa", lo metta nelle condizioni di poter esercitarsi: gli affidi una piccola consegna, lo lasci fare con i suoi modi ed i suoi tempi (senza "stargli addosso"), ed eventualmente, quando verifica i risultati, gli suggerisca con grande benevolenza come avrebbe potuto fare la cosa con maggiore "efficienza".
Cordiali saluti.
copyright © Educare.it - Anno IV, Numero 4, marzo 2004