- Categoria: Difficoltà a scuola
- Scritto da Paola Zanchetta
Anticipazione scolastica
Gentile dottoressa,
nostro figlio Alberto è un bambino che ha compiuto i 5 anni il 30 marzo u.s..
All'età di 3 anni si è ammalato di leucemia, è stato curato con chemioterapia per due anni, ha appena concluso la terapia ed ora pare godere di ottima salute. Essendo nato il 30 marzo, dovrebbe andare in 1.a elementare nel settembre del 2003.
Mia moglie vorrebbe che il bambino, superando l'apposito esamino, venisse iscritto direttamente alla 2.a elementare. In questi ultimi mesi si è cominciato a preparare il bambino in questo senso, con qualche apprezzabile risultato, sia pure forzandolo un poco, dato lo scarso entusiasmo da parte sua.
Preciso che mia moglie è insegnante delle scuole superiori e che nella sua famiglia a tutti i bambini è stata fatta, in questo modo, anticipare la scuola. Pare che, nel suo ambiente di provenienza, sia considerato sciocco il genitore che non si comporta così. Lei è assolutamente certa che, comportandosi diversamente, si causerebbe un danno al bambino, perché:
- lo si priverebbe dell'opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro un anno prima;
- la riforma Moratti va in questa direzione;
- una eventuale futura bocciatura, non sarebbe più un danno.
Io ho molte meno certezze, sia in generale e sia nel caso specifico, in quanto:
- non ritengo che una semplice preparazione "tecnica", conseguibile con qualche forzatura, dato lo scarso entusiasmo del bambino, sia sufficiente per qualificare il bambino maturo per un salto di classe;
- non sono poi cosi convinto che entrare nel mondo del lavoro un anno prima possa costituire per lui un reale vantaggio;
- il bambino, a causa della malattia, ha perso 2 anni di scuola materna ed ha potuto avere solo rarissimi contatti con altri bambini; solo ora potrà nuovamente frequentare tale scuola; ho paura perciò che possa essere per lui doppiamente traumatico il confronto con bambini più grandi.
Poiché, da una parte vorrei accontentare mia moglie ma dall'altra ho paura di fare un danno al bambino, Vi prego di darmi il Vostro parere di persone competenti.
Gentile signore,
leggendo la sua lettera mi veniva in mente una vecchia canzone di Edoardo Bennato che dice pressappoco così "quanta fretta ma dove corri, dove vai, se ti fermi per un momento capirai..."!
Metafore a parte caro padre di Alberto le parlo da esperta, da donna di scuola e da madre.
Capisco profondamente sua moglie quando vorrebbe offrire al proprio figlio tutto ciò che la vita può dare nel modo migliore e senza perdere tempo.
Verrà presto un giorno in cui addirittura, lo scoprirete strada facendo, si vorrebbero evitare gli sbagli e gli errori, per non sciupare il tempo o per non sprecare fatica.
Ma caro papà il crescere è fatto essenzialmente dell'andare piano e dello sperimentare lentamente sulla propria pelle e dentro ciascuno noi il tutto della vita e non c'è una cosa più importante di un'altra prova ne sono i nostri ricordi d'infanzia impressi nella memoria a fondamento della nostra persona senza una logica a noi comprensibile.
Non è il criterio dell'efficienza che governa la vita, come nelle aziende o nella mente di certi ministri, è l'efficacia che ci guida ed in qualche modo il non sapere mai dove essa sia riposta.
E' chiaro che non serve guardare brutta televisione, che fanno male i telegiornali ai bambini quanto certi cattivi cartoni animati, non c'è una regola che ci dica quando il nostro bambino non ha più bisogno di giocare.
Crescere un bambino significa porsi in un atteggiamento rispettoso di ascolto dei suoi bisogni e dei suoi desideri per guidarlo nella via più giusta per lui.
Dobbiamo stare molto attenti a non volere per lui ciò che avremmo voluto per noi.
E poi, mi scusi, guadagnare tempo per andare a lavorare??? Abbiamo già così tanti anni di lavoro e così pochi d'infanzia!
La riforma Moratti va in questa direzione?
Chissà, forse, vedremo... e poi chi ha detto che ha ragione?
Alberto ha già avuto una vita così difficile ... dategli il tempo di respirare!
Dategli il tempo di giocare, offritegli la gioia di vivere per aiutarlo a dimenticare, cercate con lui il divertimento, la spensieratezza, la via del piacere e della felicità che cura e lenisce le ferite.
E quando sarà il momento, scriverà, leggerà, conterà e poi tornerà a giocare per ritrovare il desiderio di vivere fino in fondo. Ci sono così tanti anni davanti a lui che c'è tempo per tutto.
copyright © Educare.it - Anno II, Numero 9, agosto 2002.