Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Non vuole andare a scuola

Mia figlia ha iniziato la prima elementare a settembre.

Purtroppo non e' mai riuscita ad accettare questa sua nuova vita. I suoi compagni sono tutti molto vivaci, e lei non ha ancora trovato una sua amica del cuore, anche perché l'amica che aveva frequenta purtroppo l'altra classe.

All'asilo non abbiamo mai avuto problemi di questo genere, anzi era sempre tra le prime a combinare qualche scherzetto alla insegnante.

Adesso ogni mattina ha mal di pancia, piange e non vuole andare a scuola; pero' ha portato a casa una pagella molto bella, in tutte le materie ha preso distinto. Premetto che i suoi insegnanti sono tutte brave, ma anche severe (usano il fischietto, urlano molto etc).
Come posso aiutare a mia figlia ad affrontare serenamente la scuola?
Vi ringrazio molto per la vs. disponibilita'.

 

Cara signora Elisa,
delle volte la soluzione dei problemi della crescita può essere davvero nascosta sotto il nostro naso e proprio per questo noi non la vediamo!
Mi spiego. La prima cosa da fare in una situazione coma la sua è quella di trovare il tempo, il luogo e il modo per parlare con sua figlia di queste sue preoccupazioni.

Cara Elisa, lei dovrebbe molto semplicemente una sera, prima di raccontare la favola della buona notte a sua figlia, mettersi accanto a lei, in un luogo ed un tempo di grande intimità e raccontarle esattamente quello che ha raccontato a me.
Ad esempio... "Tesoro mio ho bisogno di parlarti di una cosa molto importante. Vedo che al mattino quando è ora di andare a scuola hai sempre qualcosa che non va, hai mal di pancia, delle volte piangi e fai fatica. Io non sono assolutamente preoccupata per il profitto (vista la bella pagella), perché so che sei brava, sei intelligente e ti comporti bene, ma mi dispiace vederti così al mattino. Certo, nemmeno io sono contenta tutti i giorni di andare a lavorare, delle volte sono stanca e vorrei dormire, delle altre non ne ho voglia, ma poi quando vado sono felice perché mi piace quello che faccio e sto bene con le persone che lavorano con me. Aiutami a capire cosa sta succedendo?". E poi ad esempio... "Hai paura di non farcela, .....", esplicitando così i sentimenti che la sua bambina vive in modo confuso.

Quando noi genitori ci troviamo in situazioni come queste spesso ci dimentichiamo di parlarne proprio con i nostri figli e ci dimentichiamo che solo nelle loro parole o nei loro silenzi possiamo trovare la giusta risposta la problema.

Certo poi se le avanza tempo chieda alle maestre perché urlano tanto e perché usano il fischietto!

 


copyright © Educare.it - Anno I, Numero 4, Marzo 2001