Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Chiede troppo spesso regali e fa capricci

Salve ho un bimbo che compirà quattro anni ad agosto. a maggio dello scorso anno è nata una sorellina con la quale lui sembra andare d'accordo e non avere sofferto il suo arrivo. Io per motivi di lavoro non vedo moltissimo i bambini normalmente solo la sera e nei fine settimana. da un po' di tempo però Marco ogni sera che torno a casa mi chiede se gli ho portato un regalo e ovviamente vedendoselo rifiutare piange e si dispera per dieci quindici minuti poi come se nulla fosse torna a fare le attività di prima. Quando invece siamo in giro insieme mi chiede spesso di regalargli qualcosa che vede x strada ed a un mio rifiuto torna a piangere ed a disperarsi. Ciò mi crea un po' di problemi anche perchè fa diventare lo stare con mio figlio quasi una battaglia anche se certo i momenti di convivenza affettuosa e pacifica sono sempre la maggior parte altra cosa che ultimamente accade è che se si è in giro insieme lui vuole stare sulle spalle e non camminare. Richiesta che avviene solo con me anche perchè credo che sia l'unico a poterlo assecondare in tale richiesta per ovvi motivi di forza fisica. Che fare assecondarlo parlargli cosa che già faccio od essere un po' più duro. Devo dire per sincerità che tendenzialmente sono portato ad assecondarlo e ad accontentarlo e quindi essere o fare il severo non mi risulta facile. Cosa mi consigliate?

 

Gentile signore,
anche se la figura materna è l'universo del bambino fino ai tre anni, da questa età in poi il padre assume un ruolo molto importante, anche dal punto di vista affettivo e per il maschio comincia la lotta tra il desiderio di conquista della madre ed il superamento della rivalità con il padre per potersi identificare con lui essendo questo il suo primo modello di riferimento nell'identificazione d'appartenenza di genere (in questo caso il genere maschile).
Per di più, nel caso del suo bimbo, essendo da poco arrivata una sorellina, che sicuramente assorbe una gran parte di tempo e di attenzioni da parte della mamma, il papà diventa un bene esclusivo da difendere e le cui attenzioni diventano preziose per lui e per la sua sicurezza affettiva. Non si dimentichi che ,anche se Marco non lo esprime, il che non è affatto positivo, la gelosia verso la sorellina esiste e lo tormenta, ma non osa parlarne per paura della disapprovazione dei genitori. Il fatto che lui le chieda sempre dei regali può significare <>.
Non c'è bisogno di fare regali costosi ma basta un lecca-lecca, delle figurine, una pallina colorata, un pupazzetto che si trova nelle merendine, e li può anche riciclare, basta che si ricordi di portarne uno con sé la mattina quando esce, naturalmente non deve essere quello del giorno prima.......ma questo piccolo gesto gli dice << Ti ho pensato ed ero con te anche mentre ero fuori casa o sul lavoro>>. Anche Marco imparerà a fare la stessa cosa ed è probabile che al suo rientro le faccia trovare un disegno o un fiore raccolto solo per lei. Quando siete fuori insieme lo coinvolga maggiormente in quello che fa; spesso osservo i bambini quando faccio la fila al supermercato, chiedono continuamente di avere le piccole cose esposte all'ingresso delle casse ma se vengono coinvolti nel mettere la spesa sul nastro o semplicemente si parla con loro, si tranquillizzano e smettono con le richieste, a loro basta la nostra attenzione. A questa età il bambino si costruisce il senso di sé , comincia a sentirsi una persona dotata di un suo pensiero e di una propria volontà. E' anche pieno di energia che qualche volta non riesce a controllare e la esprime urlando; spesso è un atteggiamento appreso dagli adulti, che non sempre sono un esempio di calma e tranquillità quando discutono tra di loro o con loro. Quante volte i bimbi, nella stanza dei segreti (il mio studio) mi dicono di sentire i genitori che urlano e "sbattono le porte" e loro si chiudono le orecchie per non sentirli. E' ovvio che anche loro, quando vogliono farsi "rispettare" pensino che per farlo ci si debba imporre urlando.
Il fatto che Marco voglia stare sulle sue spalle mi sembra abbastanza naturale, là in cima si sente il padrone del mondo e anche lui è coccolato e trasportato come la sua sorellina che immagino sarà nel passeggino o in braccio alla mamma. Se qualche volta non se la sente di tenerlo in spalla, gli spieghi con calma che è molto stanco e che in quel momento non riesce a portarlo, ma non ricorra a scuse del tipo<< tu sei grande, devi camminare>> perché in realtà è piccolo anche lui, e se per essere coccolati si deve essere piccoli, lui lo diventa. Quando gli nega la soddisfazione di un "capriccio" dopo aver spiegato i giusti motivi del suo rifiuto, non torni sui suoi passi altrimenti ogni volta le rimostranze dureranno fin che non viene soddisfatto. E' strano come noi genitori non amiamo tenere in spalla i nostri figli quando è giusto farlo e poi lo vorremmo fare quando hanno trent'anni (naturalmente in senso metaforico) e reclamano la loro autonomia o peggio ancora non la reclamano affatto e continuano a vivere in casa serviti e riveriti fin che non trovano qualcun altro che li accudisca. Questa è una mia riflessione che deriva dalla mia esperienza giornaliera con genitori e figli e mi porta a dirle: dia a suo figlio tutto quello che è giusto dargli a questa età e lasci che sia lui a staccarsi pian piano dalle sue attenzioni ed accolga ogni suo stadio evolutivo con gioia, anche se questo vorrà dire vederlo rivolgere le sue attenzioni altrove e non sentirsi più il suo "idolo".

 

 


copyright © Educare.it - Anno V, Numero 11, Ottobre 2005