- Categoria: Capricci e ribellione
- Scritto da Ombretta Pinciroli
Disubbidisce e dice le parolacce
Sono una zia di un bambino di 2 anni e mezzo..... E' sempre molto vivace e è molto geloso della sorellina di 4 mesi. Spesso dice parolacce ai genitori e a tutti i grandi che conosce.
Se gli si dice di non dire le parolacce o gli si dice di fare qualcosa, mangiare, non rompere qualcosa...... lui fa esattamente il contrario. Spesso succede che i genitori rimproverano duramente il bambino ma questo non serve a niente e peggiora la situazione.
Vorrei sapere come ci si deve comportare in questi casi, come è possibile modificare la situazione.
Gentile Signora,
ha perfettamente ragione! Se la punizione èl'unico strumento, che in questo momento è utilizzato per cambiare il comportamento del piccolo, i risultati non solo potrebbero essere deludenti ma, anzi, potrebbe accadere che s'incentivi esattamente quello che si desidera eliminare oltre a promuovere situazioni che faranno sentire il piccolo sempre più fuori posto.
Se la gelosia è la causa principale del suo modo di agire consiglio di provare ad utilizzare una modalità diversa di relazione:
a) incominciate a legittimare la presenza di questo sentimento nel bambino provando a chiedere allo stesso, in situazioni di calma, se si sente geloso della sorella e verbalizzandogli che sono emozioni che i bambini provano quando pensano di aver perso qualcosa o di non poterla avere. Non importa se al momento non comprende bene il significato della parola, l'obiettivo è aiutare il bambino a riconoscere la sua emozione e dargli strumenti per nominarla, con il ripetere il confronto si approprierà sempre più del concetto. Dopo aver utilizzato la parola gelosia, aggiungete degli esempi per aiutare il bambino ad arricchire il significato della parola stessa. "T'infastidisce che la mamma tenga la piccola in braccio?" " Vorresti essere tu in braccio?"...
b) Ripercorrete con lui la sua storia di piccolo, le coccole che riceveva e gli episodi importanti, poi ripercorrete con lui le forme d'affetto e coccole che riceve ora sottolineando quanto la piccola si perde, appunto a causa della sua età. Potete anche ricordargli che è lui il preferito, senza paure, perché ogni piccolo ha bisogno di sentirsi il preferito.
c) Aiutatelo, quando è arrabbiato e dice parolacce, ad esprimere cosa lo fa arrabbiare, chiedetegli se si esprime così perché è geloso, cosa lo infastidisce della situazione e aiutatelo a trovare un altro modo per esprimere il fastidio, un modo che vedete essere percorribile per le caratteristiche d'età e di personalità del piccolo.
d) Se il comportamento disturbante è divenuto piuttosto frequente potrebbe essere che abbia scoperto la sua funzionalità: ottenere comunque attenzione. Si tratta allora con molta pazienza di cambiare strategia con il piccolo. Diminuite l'attenzione nei confronti delle sue provocazioni e aumentate gli atteggiamenti di conferma, stima, affetto, ogni volta che fa qualcosa di positivo anche (ma non solo) in relazione alla sorella; accarezza la sorellina, prova a "curarla", a cambiarla, a tenerla in braccio (sempre con le opportune, ma discrete, protezioni genitoriali). Ma anche ogni volta che assume il comportamento da bimbo "maturo" come ad esempio riuscire a nominare la sua emozione, riuscire a parlarne. Parlate con lui e ascoltatelo molto, ascoltatelo anche nei messaggi che manda con il comportamento.
Gentilissima Signora,
è indubbiamente vero che a fronte di una richiesta importante di cambiamento al piccolo, deve prioritariamente esservi una disponibilità dell 'adulto a rileggere il suo modo di relazionarsi allo stesso e disponibilità a modificare il suo comportamento. Che cosa intendo?
Per esempio i genitori possono aprire una riflessione attorno al loro rapporto con le parolacce e al conseguente modo di gestire l'utilizzo che ne fa il piccolo. Qui non si tratta semplicemente di capire se qualche adulto dice o no delle parolacce, e he poi lui impara, ma di capire come mai ha scelto la parolaccia come provocazione. Forse gli adulti di riferimento vivono male le parolacce, o le parolacce dette da un bambino? E questo lo invoglia all'utilizzo? Provate a ripercorrere le situazioni in cui il piccolo ha iniziato ad usare determinate provocazioni, poi fate mente locale su quali sono state le vostre reazioni, poi provate a cambiare totalmente l'atteggiamento che solitamente adottavate davanti alle sue parolacce. A volte il paradosso aiuta, ad esempio ascoltandola senza mostrarvi scandalizzati ...
Aprire un fronte di riflessione sull'importanza della parolaccia è un' occasione che il piccolo offre con il suo comportamento. Non si tratta di convincerlo che le parolacce non si usano mai; sappiamo tutti che si usano ovunque, alla scuola dell'infanzia i piccoli si confrontano quotidianamente con questi apprendimenti che si scambiano come trofei.
Si tratta di aiutarlo a capire che vi sono contesti e contesti, che le parolacce si usano con scopi diversi, che a volte sono utili e a volte no e che possono essere superate da altri modi di comunicare. Non pensiate che sia troppo piccolo per iniziare a raccogliere contenuti di questo tipo. Sicuramente, da quando è nato, a nessuno è passato per la testa di non parlargli perché tanto non avrebbe capito, tutti avranno parlato con lui con un linguaggio indubbiamente incomprensibile al momento ma che ha potuto conquistare solo grazie a coloro che non lo hanno privato di quest'esperienza.
Ultima cosa, vi consiglio, se volete monitorare i cambiamenti sia del bambino sia delle modalità di gestione della relazione con lui, di tenere un piccolo diario giornaliero in cui segnare cosa è successo, come avete reagito, come ha reagito, quali cambiamenti avete apportato nella gestione della relazione. Questo almeno per due mesi. Vi permetterà di capire se vi è una diminuzione della frequenza dei comportamenti, se il metodo messo in campo va rivisto, se vi sono elementi che fanno supporre anche a apprendimenti interessanti del bambino in relazione alla relazione con voi e alla sorellina.
Bene, spero a questo punto di averle dato qualche interessante dritta. Se avete bisogno di confrontarvi ulteriormente sulle scelte di metodo o sugli esiti dei vostri interventi sono a disposizione anche in chat su appuntamento.
copyright © Educare.it - Anno V, Numero 7, Giugno 2005