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Nell’articolo si prende in considerazione l’attitudine al gioco presente in ogni essere umano. Dapprima è descritta l’attività ludica che caratterizza l’età evolutiva, successivamente è analizzata la ludicità degli adulti. Si esplicita, poi, la funzione dell’attività ludica infantile e, in ultimo, si delinea il concetto di ludismo, inteso come istinto innato che conduce gli esseri umani allo sviluppo della ludicità nell’intero arco di vita.
Numerose ricerche hanno evidenziato che i videogiochi producono un aumento dello stress, sia dell’eustress (stress positivo, che incentiva, migliorandole, le capacità di coping dell’individuo) che del distress (stress negativo). Il distress a lungo andare produce effetti negativi sul sistema cardiovascolare, metabolico ed immunitario. Infatti, sembra che alti livelli di distress nel corso del tempo (stress cronico) siano correlati con l’insorgenza di malattie coronariche (infarto del miocardio), ipertensione arteriosa, malattie autoimmunitarie e diabete.
“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Chi l’ha detto che bisogna essere molto grandi per iniziare a leggere e capire Dante Alighieri? Ogni personaggio, ogni storia, ogni messaggio deve sempre essere rielaborato in funzione di chi ascolta; negare la conoscenza a chi è troppo piccolo non è appartiene alla mia didattica quotidiana. Per queste ragioni, in occasione del Dantedì, ho parlato alla mia "giovanissima" classe (seconda Primaria) di Dante Alighieri e del suo particolare quanto sorprendente viaggio. Ho raccontato di un’avventura così grandiosa che la sua narrazione è diventata l’opera letteraria più imponente di tutti i tempi. Il lavoro che voglio presentare è tuttavia di natura differente; ho intrecciato elementi della Divina Commedia con contenuti della Grammatica per creare un gioco da proporre alla classe.
I bambini arrivano nella Scuola dell'Infanzia con un grado di alfabetizzazione motoria quasi sempre differenziato a seconda dell'età e delle precedenti esperienze nell'ambito familiare. Essi hanno acquisito in forma grezza la funzionalità delle unità motorie di base, come il camminare, il correre, il saltare, il lanciare, il ricevere, lo strisciare, il rotolare, l'arrampicarsi, ma ora sentono il bisogno di apprendere e migliorare le prime combinazioni motorie (camminare nei modi più diversi, correre con variazione di direzione e di ritmo), la capacità di equilibrio, di ritmizzazione etc., in breve ciò che noi chiamiamo “capacità coordinative”. Il miglioramento di queste condotte motorie permetterà loro non solo di acquisire una formazione motoria polivalente, ma di sviluppare anche quelle attività neuro-percettive che serviranno per i loro futuri apprendimenti scolastici.
Sono la mamma di una bambina di 11 anni che però vuole sempre stare con bimbi più piccoli, vale a dire 7-8 anni. Con i suoi compagni si sente a disagio e ho paura che a settembre quando inizierà la 1° media avrà molte difficoltà. Lei vuole solamente giocare, lo studio non le interessa e' molto infantile sono disperata. Cosa devo fare?
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