- Categoria: L'AltraNotizia
- Scritto da Claudio Tamburrino
Anoressia infantile, allarme in Inghilterra
In Inghilterra nel 2011 i ricoveri di minori con disturbi alimentari sono aumentati del 16% rispetto all’anno precedente. Un dato tanto più preoccupante se si tiene conto che nel 50% dei casi si tratta di bambine di età compresa tra i cinque e i nove anni.
Un vero e proprio allarme sociale che ha spinto molti esperti d’Oltremanica a puntare il dito in particolare contro i social network. Così, come in altre (e disparate) occasioni, ancora una volta è il mezzo (neutrale per definizione) a finire sul banco degli imputati per i contenuti che attraverso di esso vengono trasmessi.
Basta d’altronde fare un giro online, semplicemente partendo da una piccola ricerca, per raggiungere migliaia di siti cosiddetti “pro-ana”: cioè luoghi virtuali in cui giovani donne (e in percentuale minore – ma in aumento – maschi) si scambiano consigli su come nascondere cibo e intenti anoressici, nonché sistemi per mantenere la forza di volontà necessaria a continuare a non mangiare. La stessa malattia viene esaltata insieme alla magrezza estrema che produce, canone di bellezza esaltato e perverso.
La colpa di Facebook e co, secondo uno studio condotto dal Centro sui disturbi alimentari del Maryland, è che essendo luogo di scambio di foto (e fotoritocchi), finirebbero per influenzare gli utenti rispetto alla considerazione di sé: diventerebbero, insomma, una sorta di gogna mediatica autoimposta.
Inoltre, i social network – loro malgrado – possono essere utilizzati per sponsorizzare e condividere siti e forum “pro-ana”.Secondo alcuni osservatori, dunque, anche se certo non ne sono i principali responsabili, social network e Web hanno aggravato la situazione e per questo ora toccherebbe anche a loro fare qualcosa: si parla di una sorta di “autoregolamentazione”, che non sia censura (almeno dall’alto), ma senso di responsabilità.
L’esempio sarebbe quello del social network Pinterest e del circuito di blog Tumblr: il primo ha inserito in un’apposita black list alcune parole chiave legate ai disturbi alimentari, la cui ricerca invece dei risultati voluti riporta una pagina di avvertenza con l’avviso “I disturbi alimentari non sono scelte di vita, sono i disturbi mentali che, se non trattati possono causare gravi problemi di salute, nonché essere pericolosi per la vita”. Il secondo ha iniziato a rimuovere attivamente e direttamente i messaggi che promuovono disturbi alimentari.
Accanto ai milioni di risultati di una ricerca associata a blog e forum pro-ana, d’altronde, in Rete si possono trovare diverse iniziative volte a combattere questa preoccupante malattia. La direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani, ha dichiarato guerra ai siti pro-anoressia paragonandoli a quelli pedopornografici e invitando tutti ad aprire un blog in cui si possa parlare dei disturbi alimentari ed aiutare con consigli pratici chi ne soffre. Al contempo, siti come Pourd2Bme.org cercano invece di offrire strumenti per uscire da questi gravi disturbi dell’alimentazione, garantendo indirizzi utile, una rete di supporto e primi consigli.
Fonte: West, 29/19/2012