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- Scritto da Laura Alberico
La pedagogia delle 3 A. Una memoria di Alain Goussot
Il 26 marzo 2016 è improvvisamente scomparso Alain Goussot. Docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bologna, filosofo ed educatore particolarmente attento alle problematiche della diversità, dell’inclusione e dell’integrazione - sia in ambito scolastico che sociale - ha lasciato, con i suoi scritti, una testimonianza importante sul significato della relazione educativa.
In questo periodo di cambiamento e di trasformazione sociale molto evidenti, l’istituzione scolastica avverte le pressioni di un mondo in continuo divenire che impone contatti rapidi e velocità esecutiva. Anche rispetto al disagio, si è tentati di ricorrere a strumenti clinici a scapito di un approccio educativo al bambino o al ragazzo in difficoltà.
Goussot si è spesso soffermato nelle sue interviste su questo aspetto: «Negli ultimi quattro-cinque anni l’aumento dei casi di dislessia a scuola è preoccupante, non è una sorta di epidemia o virus, quindi significa che c’è qualcosa che non va. Ogni difficoltà non può indicare un problema clinico: in questo consiste il rischio di “medicalizzare” il processo di apprendimento».
Goussot ci ricorda che il tecnicismo a cui sono improntate le diagnosi di alunni con difficoltà di apprendimento non rappresenta un corretto approccio pedagogico alla diversità. Piuttosto si dovrebbe considerare maggiormente e con maggior profondità che la diversità, nelle sue varie manifestazioni, è frutto di un percorso individuale molto spesso dipendente da fattori sociali e culturali con cui l’alunno si trova ad interagire.
A fronte di una alleanza educativa necessaria tra scuola e famiglia che possa far emergere potenzialità e interessi di ogni singolo bambino, Goussot sosteneva che il processo educativo ha come obiettivo la mediazione e il superamento delle difficoltà che si possono incontrare in itinere. «Le difficoltà sono intrinseche in ogni processo di apprendimento e non vanno lette come un problema ma come una opportunità di crescita. Quando noi riusciamo a superare un ostacolo, di fatto impariamo».
La dimensione sociale dell’educazione si sviluppa in seno alla famiglia e agli educatori che hanno il compito, secondo il pedagogista C. Freinet, di «insegnare l’arte di vivere: acquisire le tecniche di vita, essere insieme sostegno e barriera”, in un’ottica di “ maternage”, cioè di cura del bambino e del suo equilibrato sviluppo». Goussot sosteneva, richiamando il neuropsichiatra francese S. Tomkiewicz, la strategia pedagogica delle tre A: Atteggiamento Autenticamente Affettivo. In questa simbolica triangolazione possiamo collocare l’alunno, la relazione educativa e il suo contesto cognitivo ed emotivo, una cornice personale di un mondo che lo rende unico e per questo diverso da tutti gli altri.
Per approfondire:
http://www.insegnareonline.com/rivista/editoriali/ricordo-alain-goussot
http://www.superando.it/2016/05/04/alain-goussot-la-pedagogia-del-fare-insieme/