- Categoria: Adolescenza e disagio giovanile
- Scritto da Romolo Giovanni Capuano
La normalità del disagio minorile nella società dei consumi
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Uno degli orientamenti metodologici più diffusi della sociologia è quello di studiare la devianza per comprendere la normalità, nell’assunto che, solo infrangendo la norma è possibile conoscerne i limiti, i confini, gli spazi di applicazione, l’intensità con cui è rispettata.
In quel che segue, invece, si seguirà un orientamento opposto: studiare la normalità per comprendere la devianza e il disagio, nell’assunto che determinati fenomeni odierni non possano essere correttamente compresi se non nel contesto più generale delle tendenze prevalenti nella nostra società.
La nostra epoca, variamente definita società della globalizzazione, del consumo, della seconda modernità, della modernità liquida, della post-modernità, della fine delle ideologie ecc., si caratterizza per alcuni orientamenti di scenario, apparentemente neutri, che tracciano, implicandoli, paralleli orientamenti etici, valoriali, esistenziali che "scorrono" nelle nostre vite, condizionandole, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
Queste vocazioni di fondale possono essere analizzate in vario modo a seconda della chiave concettuale di riferimento. In questa sede, si farà perno sul concetto di consumo come "attrezzo" privilegiato per comprendere la società in cui viviamo.
La seconda metà del XX secolo ha segnato il passaggio delle società occidentali dalla produzione al consumo, cioè il trasferimento dell’enfasi dal lavoro all’organizzazione degli spazi e dei tempi, compreso il tempo libero. Nella società del consumo, l’individuo si identifica non tanto o non solo nel lavoro che fa, ma anche negli oggetti e nei segni che consuma.