Educare.it - Rivista open access sui temi dell'educazione - Anno XXV, n. 5 - Maggio 2025

Breve storia della disabilità - Conclusioni

Conclusioni

Ciò che emerge in maniera evidente dall’excursus storico che abbiamo proposto è la capacità dell’orientamento culturale dominante di determinare la vita delle persone, in particolare di quelle prive di contrattualità sociale. Tale constatazione impone tanto agli amministratori quanto ai singoli cittadini di monitorare i presupposti a partire dai quali prendono forma le relazioni ed i provvedimenti nei confronti delle persone con disabilità.

Il paradigma proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’ICF, che ha spostato la responsabilità della condizione disabile dalla persona in sé al suo contesto di vita, ci ripropone il tema dei diritti in chiave di opportunità e giustizia sociale per tutti i cittadini, anche per coloro che presentano una menomazione, secondo il miglior spirito della nostra Costituzione.

 


 

Note bibliografiche

  • 1) Aristotele, 1990, Politica, VII, 16, 1336b, Laterza, Bari (IV sec. a.c.).
  • 2) Platone, 2007, La Repubblica, III 409, 410, Armando, Roma (IV sec. a.c.).
  • 3) Ibidem
  • 4) Canevaro A., Goussot A., 2000, La difficile storia degli handicappati, Carocci, Roma.
  • 5) Le Goff J., Il rifiuto del piacere, in G. Duby, 1994, L'amore e la sessualità, Dedalo, Bari, pp. 147-151 (ed. or. 1986).
  • 6) Foucault M., 1998, Storia della follia nell'età classica, Rizzoli, Milano, p. 17 (ed. or. 1961).
  • 7) Pesci G., Pesci S., 2005, Le radici della pedagogia speciale, Armando, Roma.
  • 8) Winzer M. A., 1993, The History of special education: from isolation to integration, Gallaudet University Press, Washington.
  • 9) Ferrucci F., 2004, La disabilità come relazione sociale, Rubbettino, Soveria Mannelli, p. 86.
  • 10) Canevaro A., Gaudreau J., 1988, L'educazione degli handicappati: dai primi tentativi alla pedagogia moderna, NIS, Roma.
  • 11) Lepri C., 2011, Viaggiatori inattesi. Appunti sull'integrazione sociale delle persone disabili, FrancoAngeli, Milano.
  • 12) Spencer, H. 1851, Social statics, or, the conditions conductive to human happiness, and the first of them specified, Williams & Norgate, London.
  • 13) La Vergata A., 2009, Colpa di Darwin? Razzismo, eugenetica, guerra e altri mali, Utet, Torino.
  • 14) Brambilla G., 2009, Il mito dell'uomo perfetto. Le origini culturali della mentalità eugenetica, IF PRESS, Frosinone.
  • 15) Ibidem
  • 16) Padovan D., 2003, Bio-politica, razzismo e disciplinamento sociale durante il fascismo, (collegamento effettuato il 24/4/2012): http: //www.sissco.it/attività/sem-set-2003/relazioni/padovan.rtf
  • 17) Ciceri M., 2009, Origini controllate: la prima eugenetica italiana, 1900-1924, Prospettiva, Civitavecchia.
  • 18) Friedlander H., 1997, Le origini del genocidio nazista: dall'eutanasia alla soluzione finale, Editori Riuniti, Roma (ed. or. 1995).
  • 19) Tarditi R., 2007, L'olocausto delle diversità, in Psichiatria/Informazione. Associazione per la lotta contro le malattie mental, 1/2007, n. 32, pp. 57-63.
  • 20) D’Alessandro R., 2008, Lo specchio rimosso: individuo, società, follia da Goffman a Basaglia, Franco Angeli, Milano.
  • 21) Goffman E., 2003, Stigma. L’identità negata, Ombre Corte, Verona (ed. or. 1963).
  • 22) Goffman E., 2003, Asylums. Le istituzioni totali, Einaudi, Torino (ed. or. 1961).
  • 23) Basaglia F., 1968, L’istituzione negata, Einaudi, Torino, pp. 27-29.
  • 24) Oliver M., 1990, The individual and social model of disability, Joint Workshop of the Living Options Group and the Research of the Royal College of Physicians on People with established locomotor disabilities in hospitals (collegamento effettuato il 15/6/2012): http://www.leeds.ac.uk/disability-studies/archiveuk/Oliver/in%20soc%20dis.pdf
  • 25) De Polo G., Pradal M., Bortolot S., 2011, ICF-CY nei servizi per la disabilità. Indicazioni per il metodo e prassi per l’inclusione, Franco Angeli, Milano, p. 41.
  • 26) Breda M. G., Santanera F., 1995, Handicap: oltre la legge quadro. Riflessioni e proposte, Utet, Torino.

Autore: Mirko Cario, dottore in Psicologia dello Sviluppo e dell'Educazione. Collabora con i servizi sociali del comune di Torino in qualità di affidatario diurno, area minori e disabili, e con il Centro Studi Psicologia e Nuove Tecnologie Csptech.


copyright © Educare.it - Anno XIV, N. 7, luglio 2014

DOI: 10.4440/201407/cario